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15 aprile 2015 - 26 Nissan 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“Questa sarà la Legge di colui che è affetto da tzaràt… Egli sarà condotto al sacerdote…” (Vaikrà 14, 2). Il grande Rabbì Yakòv Krantz conosciuto come il Maghìd di Dubnav diceva riguardo a questo: Molte persone sottovalutano e disprezzano i divieti legati alla lashòn ha rà – maldicenza.
 
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David
Assael,
ricercatore
È di questi giorni la notizia che la Corte amministrativa egiziana ha respinto un ricorso contro la decisione del Ministro dell’Interno di espellere dal Paese un cittadino libico perché omosessuale.
Già da tempo si hanno notizie di raid governativi contro i locali gay per presunti reati contro la morale pubblica e cose di questo genere. Naturalmente, non un sussulto da parte di chi denuncia Israele come Stato di apartheid, non una flottiglia o manifestazione. A parte questo dato, a cui siamo tutti abituati, la notizia è lacerante per la coscienza ebraica, vista la frequente legittimazione di Israele da parte di Al Sisi da quando è al potere. Si rinnova il conflitto fra l’adesione a valori universali e la necessaria protezione del proprio particolare. Da quale parte stare?
 
 
 
Museo della Shoah, aggiudicato l'appalto
Come anticipato ieri sul nostro notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24, via libera del Comune di Roma per la realizzazione del Museo della Shoah a Villa Torlonia con l’aggiudicazione (con copertura finanziaria di oltre 16 milioni di euro) della gara d’appalto.
A darne notizia era stato Silvio Di Francia, consulente del sindaco Marino e già assessore della Giunta Veltroni, nel corso del convegno “Quale memoria per quale società? I musei della Shoah nel terzo millennio” svoltosi a Palazzo Montecitorio. “Museo della Shoah, dal Campidoglio arrivano 16 milioni” titola il Corriere della sera sottolineando come “nella tormentata storia del museo romano, un altro passo significativo si compie”. Nel dare notizia dell’accaduto, Repubblica indica nella prossima riunione del cda della Fondazione un momento decisivo nella definizione degli assetti interni. In quell’occasione infatti il Consiglio dovrà decidere se accettare o meno le dimissioni del presidente Leone Paserman.

Erdogan contro Bergoglio. Dopo le dichiarazioni di papa Bergoglio a cento anni dal genocidio degli armeni mai riconosciuto dalla Turchia, arriva la gelida risposta del presidente turco Recep Erdogan che ieri, durante l’Assemblea degli esportatori turchi, ha invitato il papa a non ripetere “i suoi errori”. Erdogan ha poi attaccato i cosiddetti “politici e religiosi che si mettono a fare gli storici” e che “non dicono delle verità ma stupidaggini” (Corriere della Sera).
 
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  davar
il monito del presidente ucei
"Il mondo civile reagisca

alla strage di innocenti"
“Rivolgo un pensiero, commosso, solidale e straziato dal dolore, alle comunità musulmane e cristiane che, solo per credere nella propria religione, sono vittime di atroci sofferenze in Asia e in Africa e subiscono vere e proprie stragi di innocenti. Il mondo civile non può più rimanere fermo, paralizzato dalle proprie divisioni, ma creare una grande alleanza che protegga gli innocenti e gli indifesi e che sconfigga i vili e barbari portatori e predicatori di morte. Lo ha affermato il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna intervenendo ieri nel corso del convegno ‘Quale memoria per quale società? I musei della Shoah nel terzo millennio’ che ha richiamato un folto pubblico, istituzionale e non, a Palazzo Montecitorio. “Cultura e Memoria – ha spiegato il presidente UCEI – sono le parole chiave, gli antidoti affinché la nostra società sia consapevole dei propri valori fondamentali e irrinunciabili, primo tra tutti il rifiuto di ogni deriva fanatica e fondamentalista che finisce per diventare assassina contro chiunque venga considerato diverso”.
Svolgendo una riflessione attorno al tema del convegno, Gattegna ha poi sottolineato come si tratti di un quesito che deve essere posto con grande determinazione, “per non dimenticare che l’Italia fascista, nel secolo scorso, ha avuto una storia drammaticamente intrecciata con quella della Germania nazista e insieme hanno diffuso i virus dell’intolleranza etnica, della xenofobia, del razzismo e dell’antisemitismo”. Virus che una volta inoculati è difficile debellare del tutto. E infatti, è stato rilevato, serpeggiano ancora nel nostro continente, spesso mascherati, ma sempre ispirati agli stessi principi. “Principi abbietti e aberranti – è stato detto – che il regime fascista introdusse nelle leggi razziste del ’38 allorché, riunito in questo stesso palazzo, il Parlamento di allora si coprì di vergogna votandole all’unanimità”.
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rivlin incontra i leader cristiani
"Israele difende la vostra libertà"
“La libertà religiosa è un valore caro allo Stato di Israele come Stato ebraico e democratico. Ribadisco il nostro dovere nel garantire la libertà di culto per tutte le professioni e comunità religiose. Non dobbiamo permettere che si consumino crimini d'odio contro persone o luoghi di culto”. Le parole del presidente israeliano Reuven Rivlin pronunciate durante la storica visita alla Chiesa ortodossa di Gerusalemme, in cui ha incontrato i vertici della Comunità cristiana in Israele. Si tratta infatti della prima visita al luogo da parte di un capo di Stato israeliano da quando vi si recò trent'anni fa il presidente Yitzhak Navon. E la scelta di Rivlin di ribadire in questa occasione l'impegno di Israele a tutelare la libertà religiosa è stata una risposta a episodi di vandalismo avvenuti a Gerusalemme. Ad accogliere Rivlin ieri, il patriarca greco-ortodosso Teofilo III.
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COMICS&JEWS E ANIMAZIONE
Cartoons on the Bay con Nyosha Israele protagonista a Venezia
Apre domani a Venezia, nella prestigiosa sede della Rai, l’edizione 2015 di Cartoons on the Bay, il festival dedicato all’animazione e al crossmediale che vedrà nei prossimi giorni una fortissima presenza israeliana. È infatti Israele il paese ospite d’onore di questa trentesima edizione del festival, e numerosi sono gli esponenti del mondo dell’animazione che presenteranno le loro opere in laguna. Albert Hanan Kaminski, uno dei più grandi registi di lungometraggi e serie televisive al mondo, riceverà il Pulcinella Award alla carriera, e nel primo giorno del festival, che coincide quest’anno con Yom haShoah, protagonista sarà Liran Kapel, con il suo pluripremiato cortometraggio basato sulla storia di una sopravvissuta alla Shoah. “Nyosha”, che racconta i sogni di una bimba di dieci anni convinta che se riuscirà a comprarsi un paio di di scarpe riuscirà a salvarsi, sarà proiettato durante la cerimonia di apertura.


a.t.
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serie tv
L'identità dei Mad Mensch
L’ombroso protagonista della serie tv Mad Men, Don Draper, bussa, ma la porta è aperta. Tiene stretta a sé una torta confezionata e viene mestamente accolto in una shivah, la commemorazione dei sette giorni di lutto che gli ebrei osservano in casa quando perdono un famigliare. Ha ancora vivido il ricordo di Rachel Menken, l’ereditiera proprietaria di un grande magazzino, con la quale aveva intrecciato uno dei suoi tanti amori turbolenti. Menken era il cliente, lui il pubblicitario più ambito di Madison Avenue. Mentre si guarda intorno vede le scarpe abbandonate all’entrata e gli specchi coperti da un telo; un uomo con la kippah gli chiede di poter essere il decimo uomo del minian per recitare il kaddish. Interviene però prontamente la sorella di Rachel che dice lapidaria: “Non può, non è ebreo”. Draper osserva affascinato gli uomini in preghiera, strizza l’occhio vitreo e se ne va. Dissolvenza.
Si apre così la seconda parte dell’ultima stagione del telefilm sui pubblicitari newyorchesi che ha travolto buongustai, cultori delle sceneggiature d’autore e nostalgici dell’America anni ’60 tutta vestitini pastello e locali annebbiati dal fumo delle sigarette. Una scelta, quella del creatore Matthew Weiner che conferma l’impostazione profondamente ebraica del serial. Nato a Baltimora da una famiglia ebraica, lo scorso 29 marzo Weiner è stato protagonista di un incontro al Museum of Jewish Heritage di New York proprio per discutere le radici delle sue origini nella creazione di Mad Men con il critico televisivo Matt Zoller Seitz: “Sono cresciuto a Los Angeles e molte persone non credevano fossi ebreo, il che per la generazione dei miei genitori suonava come un complimento, ma questo mi ha permesso di cogliere tante frasi o impressioni direttamente. In Mad Men ho voluto ricreare quella barriera che rendeva New York frammentata. La prima puntata inizia con Don Draper che fa una ricerca di mercato e intervista un cameriere afroamericano, un uomo troppo vecchio per lavorare e con una divisa troppo stretta per lui. Il padrone del locale interviene e rozzamente chiede se il cameriere lo stava infastidendo. Volevo raccontare il pregiudizio e la segregazione".
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qui roma - memoria
Ponte "Settimia Spizzichino"

Parole chiare sul fascismo
Da “nazista” a “nazifascista”. L’aggettivo che fa la differenza, l’aggettivo che inquadra in modo chiaro i tormenti che furono di Settimia Spizzichino, unica donna a fare ritorno tra i deportati del 16 ottobre ’43. Settimia Spizzichino, “vittima del nazifascismo”, come si legge nella nuova targa apposta da Roma Capitale all’imbocco del ponte nel quartiere Ostiense intitolato alla sua memoria nel 2012.
Tanti i cittadini che si sono ritrovati oggi in quel luogo, in occasione della cerimonia di collocazione della nuova targa. “Un momento di giustizia storica”, ha spiegato il sindaco Ignazio Marino in un messaggio letto dall’assessore di Roma Capitale Alessandra Cattoi. In quella parole, è stato sottolineato, si condensano infatti i lutti e le privazioni inferte alla popolazione ebraica dal regime fascista e dai suoi sodali.
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pilpul
Ticketless - Il poeta ribelle
La polemica del Corriere tra il regista Mario Martone ed Ernesto Galli Della Loggia intorno al film su Leopardi, “Il giovane favoloso”, una volta tanto, nobilita la prima pagina dei nostri quotidiani, allentando la morsa dei fatti di sangue. Non mi è piaciuto il film di Martone: il ritratto del poeta malato attenua, fino a negarla, la grandezza del filosofo, dello studioso – oltre che del poeta. Martone lamenta la censura cattolica nei confronti del ‘poeta ribelle’, in verità ci restituisce un ritratto scolastico nel senso più modesto del termine (il difficile rapporto con le donne di un uomo deforme, una Silvia che assomiglia alla Bellucci)… Galli, correttamente, ribatte ricordando gli studi della miglior critica leopardiana non-cattolica, da De Sanctis in avanti.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Gli ebrei e le parole
Il libro “Gli ebrei e le parole. Alle radici dell’identità ebraica”, scritto congiuntamente da Amos Oz e sua figlia Fania Oz-Salzberger (storica di grande statura, docente presso l’Università di Haifa), recentemente pubblicato in Italia dalla Feltrinelli, offre un’analisi suggestiva, acuta e originale della vexata quaestio di cosa significhi, ieri e oggi, ‘essere ebreo’. Un’investigazione di ampio respiro, improntata a leggerezza, ironia e sense of humour, che è anche una sorta di storia universale degli ebrei, considerata dal particolare punto di vista del rapporto privilegiato del ‘popolo del Libro’ con la scrittura. Un rapporto che, secondo gli autori, rappresenterebbe la principale chiave interpretativa del controverso problema identitario: perché sarebbe proprio intorno a tale rapporto che tale identità, da sempre, si fonda, si costruisce, si trasforma e si pone in crisi, attraverso atti di fedeltà e conservazione, di innovazione e trasformazione, di ribellione e tradimento: ma che comunque si consumano, sempre, attraverso lettere, parole, libri.


Francesco Lucrezi, storico
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