PAGINE EBRAICHE DI AGOSTO

Il mondo ebraico e la sfida di rinnovarsi

In un momento storico di grandi trasformazioni - dal clima ai nuovi conflitti internazionali -, è importante interrogarsi sul futuro e su come la società e le sue minoranze potranno affrontare questi cambiamenti. Immaginare nuovi modelli di convivenza e di sviluppo di fronte alle importanti sfide del nostro tempo. Pensare a come rinnovarsi, mantenendo salde le proprie tradizioni. Un'occasione per farlo, sarà la nuova edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. Il prossimo 18 settembre infatti, come racconta in apertura il nuovo numero di Pagine Ebraiche attualmente in distribuzione, l'Italia ebraica rifletterà insieme al grande pubblico sul significato del rinnovamento. 
A fare da capofila, Ferrara, a cui è dedicato un ampio approfondimento nelle prime pagine del giornale. Una città che, nelle parole del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, “non sarebbe la stessa senza la presenza discreta, attenta e continua” del mondo ebraico. Una presenza che a settembre sarà dunque grande protagonista a Ferrara, grazie anche all'impegno del Meis che in concomitanza con la Giornata organizza una nuova edizione della Festa del Libro Ebraico (15-18 settembre). Scrittori, artisti ed esponenti del mondo della cultura nazionali e internazionali, da Rutu Modan a Joshua Cohen, presenteranno i loro ultimi lavori e rifletteranno sul significato di doversi costantemente rinnovare.
Un argomento che tocca anche la politica italiana, visto il fondamentale appuntamento con le elezioni del prossimo 25 settembre. Ad aiutare a comprendere gli umori del paese a riguardo, la grande intervista del mese con Riccardo Grassi, direttore di ricerca dell’istituto Swg. Con Pagine Ebraiche Grassi prova a interpretare i primi segni e le tendenze di una lunga estate di campagna elettorale. Difficili le previsioni, ma nel paese si respira grande disillusione. “L’astensionismo - spiega - rischia di essere il grande vincitore di queste elezioni”.
Anche in Israele ci si prepara all'ennesimo ritorno ai seggi (1 novembre), con i politici e i media ad analizzare il ruolo del paese nello scacchiere regionale. La missione estiva di Biden in Medio Oriente, di cui si parla nelle pagine di Eretz, sembra aver dato alcune garanzie a Gerusalemme, la cui preoccupazione principale è e resta la minaccia iraniana. Ma lo sfilacciamento dei rapporti con la Russia, pronta a chiudere l'Agenzia ebraica a Mosca, apre nuovi interrogativi.
Il paese intanto pensa anche a questioni molto concrete, e sceglie di dare una stretta all’uso del contante. Il perché lo spiega in Economia e Orizzonti l'economista Aviram Levy. Nelle stesse pagine si parla poi di conti con il passato: quelli che la Francia deve fare con l’orrore e i drammi prodotti dal regime collaborazionista di Vichy. Alcune recenti iniziative hanno dato modo di tornare, con più profondità, a quei giorni.
Il dossier del mese è dedicato ad alcuni suggerimenti di lettura per scoprire mondi diversi e rinnovare i propri strumenti di comprensione della realtà. E in apertura è richiamata un’iniziativa editoriale che dimostra come i libri possano essere anche un simbolo di solidarietà. 
Ma i libri, come si racconta nelle pagine di Cultura, sono anche un'occasione per raccontare se stessi. È il caso dell'ultimo lavoro dello scrittore e poeta Emilio Jona: Il non più possibile fruscio degli anni (Interlinea, Novara 2022). “Nei suoi versi - scrive Giovanna Ioli - la bellezza e la malattia, il dolore e la tenerezza, la giustizia e la colpa, il peccato e l’innocenza, rappresentano l’elemento principe di tutta la storia: 'il fruscio degli anni' che scorrono davanti ai suoi occhi”.
Il tempo che scorre è al centro dell'ultima raccolta di saggi di Alberto Cavaglion, La misura dell’inatteso (Viella). In questo caso si parla però di come, dal 1815 al 1945, le relazioni tra il mondo ebraico e la cultura del nostro paese abbiano subito diversi mutamenti. “Il rapporto fra ebrei e cultura italiana – spiega Cavaglion – possiede un’inquietante circolarità: dal vecchio (le interdizioni delle Regie Patenti) si passa al nuovo (la prima emancipazione napoleonica) per ritornare al vecchio (la Restaurazione di Carlo Felice); segue una nuova risalita (lo Statuto di Carlo Alberto) e nemmeno un secolo dopo si assiste al ritorno dell’antico (le interdizioni del duce) per risalire infine a riveder le stelle il 25 aprile 1945”. Un itinerario complesso di cui nelle pagine di Cultura si portano alcuni esempi.
A chiudere come sempre lo sport, in cui si ricorda come il percorso nella lotta al razzismo in questo ambito e non solo sia ancora lunga. Lo dimostra un episodio di profilazione etnica, non derubricabile ad incidente sfortunato.

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IL CORDOGLIO DEL MONDO EBRAICO ITALIANO

Ester Rina Baranes Arbib (1932-2022)

Grande cordoglio nel mondo ebraico italiano per la scomparsa a Roma di Ester Rina Baranes Arbib, madre del rabbino capo di Milano e presidente dell'Assemblea rabbinica italiana rav Alfonso Arbib. Nata a Tripoli nel 1932, aveva lasciato la Libia con la famiglia nel 1967 a causa dei pogrom e delle persecuzioni, trasferendosi a Roma. Una donna dolce, molto determinata, che ha sempre messo al primo posto l'educazione ebraica dei suoi figli, racconta chi l'ha conosciuta. “A tutta la famiglia Arbib il nostro caloroso e sincero abbraccio per la perdita della mamma, Ester Rina Baranes Arbib bat Rehana”, il messaggio di cordoglio del Consiglio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che la ricorda come “colonna portante della sua grande famiglia, donna esemplare che ha instillato e trasmesso alla famiglia i sani principi delle madri di Israele

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Guardare cielo, stelle e pianeti
Arrivato nel settembre 2015 all’aeroporto di Bangkok con la troupe del film Maestro, un cartello avvisava che offendere il nome di Buddha in Thailandia era reato; il driver ci prelevò e partimmo per raggiungere a km 100 da Bangkok una anziana musicista testimone dell’occupazione giapponese.
Il giorno dopo partimmo per il ponte sul fiume Kwai che non è soltanto correlato a Kanchanaburi ma appartiene all’immaginario di chiunque abbia visto il film di David Lean del 1957; il film mostra un ponte di legno che salta in aria, in realtà esso è solidamente fatto di ferro anche se durante la Guerra, vicino al famoso ponte, ce n’era uno ligneo successivamente demolito.
Francesco Lotoro
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Machshevet Israel - Il silenzio di Aronne
La riflessione sul sacro e la violenza solleva non solo domande ma anche un certo turbamento, ad esempio dinanzi ad alcune pagine bibliche complesse, che tuttavia i maestri di Israele, turbati o meno, non hanno censurato. Tra queste annovero l’episodio della morte di Nadav e Avihù, due dei quattro figli maschi di Aronne, che si chiude con il silenzio, enigmatico ma certamente pieno di dolore, da parte del padre. “Nadav e Avihù presero ognuno il suo incensiere, vi misero del fuoco e posero su di esso dell’incenso e presentarono davanti al Signore un fuoco estraneo [in ebraico: esh zarà] che non avevano avuto l’ordine di presentare [asher lo tzivvà otam]. Allora uscì un fuoco [esh] da davanti al Signore e li divorò, ed essi morirono davanti al Signore.
Massimo Giuliani
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La statura del cotone
Daniela Fubini, in Oltremare, rammarica che il cotone non sia più “alto” , come declama la canzone “Summertime”. Daniela coglie bene una tendenza delle coltivazioni e conseguentemente della genetica agraria. I coltivatori sono interessati a una sola cosa: il “prodotto”. Tutto il resto è superfluo se non addirittura negativo. La tecnica agraria cerca di nanizzare le piante con artifici vari. Una volta i frutti si trovavano sulle cime degli alberi alti e per raccoglierli occorreva arrampicarsi con lunghe scale.
Roberto Jona
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Jael, mazal tov!
Mia figlia Jael Rebecca si è laureata all’Università Nottingham UK ieri mattina.
Jael ha lasciato Bologna a 15 anni per andare a Londra a concludere il liceo nella scuola ebraica JFS. Dopo il diploma di maturità si è recata a Nottingham, dove ha intrapreso gli studi di International media and comunication in spagnolo e francese (oltre a parlare come prima lingua l’inglese). È difficile separarsi dalla figlia più piccola della famiglia ma, se è per il bene del suo futuro, anche noi genitori siamo felici.
rav Alberto Sermoneta
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