Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui    8 Dicembre 2020 - 22 Kislev 5781
LO STORICO ACCORDO CHE LASCIA UN SEGNO MOLTO OLTRE IL CALCIO 

Beitar, ora è ufficiale: al 50% proprietà degli arabi

Nelle ultime settimane, dalla firma degli Accordi di Abramo in poi, ci sono state molte prime volte. Quella ufficializzata nelle scorse ore ha però un valore speciale: il Beitar Gerusalemme, la squadra del cuore del Presidente d'Israele Reuven Rivlin, è da ieri per metà di proprietà dello sceicco Hamad bin Khalifa Al Nahyan, membro della famiglia reale degli Emirati Arabi Uniti.
Per la prima volta degli arabi investono nel calcio israeliano. E lo fanno acquisendo una delle società più gloriose, ma anche più problematiche. Sono infatti note anche a livello internazionale le intemperanze di una parte considerevole della tifoseria locale, distintasi per un livello di razzismo e insofferenza anti-araba che ha più volte portato a scontri, intimidazioni, violenze. Imbarazzante quel che accadde nel 2012 dopo l'acquisto di due calciatori ceceni "colpevoli" agli occhi della Familia, così si chiama lo zoccolo duro degli ultrà del Beitar, di essere musulmani. Addirittura, al goal di uno di loro, migliaia di tifosi lasciarono lo stadio in segno di protesta. Magistralmente racconta tutto ciò un documentario, vincitore nel 2018 di un Emmy Awards: Forever Pure, dell'israeliana Maya Zinshtein. Un nome ispirato a uno slogan caro a una parte degli ultrà del Beitar, orgogliosi del fatto che nessun calciatore arabo abbia mai indossato la maglia giallo e nera. 



L'apertura della trattativa tra la dirigenza del club e lo sceicco era stata rivelata in settembre. Il proprietario, Moshe Hogeg, che da quando ha acquisito il Beitar si è battuto con grande impegno contro teppisti e razzisti, si era detto fiducioso: “Se ci sarà uno spirito di tolleranza, potremo creare un’atmosfera di pura amicizia”. Da ieri la gestione del club è condivisa al cinquanta per cento con lo sceicco. Le loro foto insieme passeranno alla Storia, non solo di quella del pallone.
"Il nostro messaggio ai giovani - ha commentato Hogeg subito dopo la firma dell'accordo - è che siamo tutti uguali e che insieme possiamo fare belle cose". 

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IL LIMMUD E LO SPECIALE IN RICORDO DI RENZO GATTEGNA 

Calma e tenacia per arrivare ai risultati

Domani 9 dicembre, 23 Kislev 5781, ricorrerà il trentesimo dalla scomparsa dell'ex Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
In sua memoria si svolgerà un limmud online, che potrà essere seguito in diretta streaming sul canale social UCEI a partire dalle 20.30. Interverranno la Presidente dell'Unione Noemi Di Segni, il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni, il direttore dell'area Cultura e Formazione UCEI rav Roberto Della Rocca. A moderare la serata l'ex direttrice del Meis Simonetta Della Seta. 
Sul numero di dicembre di Pagine Ebraiche un dossier e molte pagine speciali sono dedicate ai dieci anni di presidenza Gattegna, di cui è anche pubblicata un'antologia dei numerosi interventi scritti sul giornale dell'ebraismo italiano. 
Di seguito la testimonianza dell’ex Vicepresidente UCEI Anselmo Calò. 

Ero poco più di un ragazzino quando ho conosciuto Renzo Gattegna, avrò avuto 15 anni, si mostrò subito come una persona rassicurante. A quell’epoca era l’assessore ai giovani della Comunità di Roma. Mi apparve subito per quello che era: una persona gentile e pacata, comprensiva e pronta a dare un aiuto. Noi eravamo i giovani non religiosi, un po’ reietti nella Comunità; ai nostri campeggi non si mangiava kasher e viaggiavamo di sabato. Sostenevamo i partiti della sinistra israeliana e l’idea di un “compromesso territoriale” con i palestinesi – lo slogan che precedette quello “Due Popoli due Stati”. Renzo ottenne per noi il riconoscimento della dignità che ci spettava come componenti della Comunità; con le nostre idee e le nostre attività diverse avevamo pari diritti. Capì che eravamo un’alternativa alla assimilazione e non potevamo essere respinti. Lo considerai da quel giorno “uno dei nostri”.
In seguito mi spiegarono che le sue idee, in special modo sul dialogo tra israeliani e palestinesi, non erano proprio uguali alle mie. La sua perciò era stata una battaglia democratica, non per noi, ma per la Democrazia. Non ci incrociammo più per molto tempo, io mi dedicai all’Unione e non avevo interesse per la Comunità di Roma dove egli restò attivo. Fu all’Unione che dopo trent’anni ci siamo rincontrati. La sua lista lo indicò come Presidente e lui mi invitò ad un’incontro nel suo studio, come ad ogni altro componente del Consiglio appena eletto. Renzo applicò subito il suo modello pragmatico, voleva capire le competenze, le esperienze e le aspettative di ciascuno per creare una squadra efficiente. Aveva una eredità pesante da continuare: quella di un Presidente carismatico, portatore di una grandissima cultura ebraica, che aveva guidato l’UCEI per sette anni e mezzo. Ma anche quella di far dimenticare lo sbaglio che il suo gruppo aveva compiuto sostenendo candidature prive delle qualità che un Presidente deve avere.
Renzo invece le aveva tutte: la duttilità, da non scambiare con arrendevolezza, la capacità di ascolto, ma anche la riluttanza alla retorica e alle parole vuote, la disponibilità verso tutti, e la determinazione a guidare l’Unione con una visione: l’UCEI al centro della vita ebraica, gli ebrei dentro la società nazionale.

Anselmo Calò, ex Vicepresidente UCEI - Pagine Ebraiche dicembre 2020

(Nell'immagine Renzo Gattegna con la moglie Ilana) 

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LE SCELTE DI GERUSALEMME SEGUITE CON ATTENZIONE NEL MONDO

Israele, coprifuoco e nuove misure
per evitare la terza ondata del virus 

Un coprifuoco notturno fino al 2 gennaio per evitare una nuova ondata di contagi. È quanto ha proposto il Comitato contro il coronavirus israeliano, che vorrebbe l’imposizione di un lockdown notturno a partire dalle 18 (o dalle 19) fino alle 5 del mattino (o in alternativa fino alle 6). Una decisione dovuta alla situazione dei contagi nel paese. Il dato dei positivi è ancora sotto controllo – le infezioni registrate nelle ultime 24 ore sono state 1.837 con 67mila tamponi e un tasso positivi/tamponi eseguiti al 2.8% – ma è in aumento e per questo le autorità vogliono evitare una crescita esponenziale come accaduto in estate.
Dopo essere stato il primo paese a decidere per un secondo lockdown, Israele è diventato un osservato speciale a livello internazionale. La seconda chiusura ha funzionato, ma ora l’obiettivo è non fare gli errori del passato ed evitare la terza ondata.

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PAGINE DI STORIA CON ANNA FOA 

Annette Wieviorka e le dinamiche della Memoria

L’era del testimone di Annette Wieviorka esce in Francia nel 1998 e in Italia nel 1999. Un testo di fondamentale importanza per chi si occupa di Memoria, anche per gli interrogativi che pone sul rapporto tra ricordo della Shoah e analisi storica.
Lo ricorda Anna Foa, ospite dell'ultima puntata di Pagine di storia, sottolineando come il libro faccia la sua apparizione alla vigilia di una vera e propria svolta nell'elaborazione della Memoria, in particolare nell'Europa occidentale: l'istituzione dell'appuntamento annuale del 27 gennaio. 
Dal ruolo dei testimoni al significato stesso, strettamente legato alla cultura giuridica, della testimonianza, fino all’interrogarsi su come il passato “possa rispondere alle domande del presente”: il libro di Wieviorka offre una molteplicità di input e stimoli. Una lettura con la quale è essenziale confrontarsi ancora oggi. 

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IL FESTIVAL NESSIAH AL VIA 

"Con la musica mettiamo ordine nel caos"

Inedita versione digitale per Nessiah, il festival ebraico più antico d’Italia. Organizzato dalla Comunità di Pisa, Nessiah propone per quest’anno, il suo 24esimo di vita, una ricognizione sul tema “La torre di Babele – L’universo nelle lingue dell’esilio”. Sette appuntamenti, tutti trasmessi in streaming sull’apposito canale Youtube. 
Il via questa sera, alle 20.30, con un concerto (dalla sinagoga pisana) dell’Enrico Fink Trio. Nei giorni successivi saranno protagonisti Mestizio Quartett, il Quartetto L’Haim di Angel Harkatz, Anton Dressler, Trio Adar, Evelina Meghnagi Trio e Fuoriopera.
Il viaggio di Nessiah si concluderà il 19 sera, dopo aver portato all’attenzione del pubblico diverse declinazioni di ebraico antico e moderno, yiddish, ladino, aramaico, giudeo-italiano, lingua zarfatica. Un modo, sottolinea Andrea Gottfried, fondatore, anima e direttore del festival, per ricordare come la “ricca e travagliata storia degli ebrei, sparsi per quasi due millenni tra i popoli del mondo” sia anche la storia del loro rapporto “con l’ebraico, la lingua sacra della preghiera, e con le lingue parlate della quotidianità, spesso fortemente influenzate dagli idiomi locali, ma senza mai rinunciare alla propria distinta identità”. 
Il tema della torre di Babele parla molto al nostro presente. “Viviamo in un’epoca di grande confusione. Il programma che abbiamo strutturato – dice Gottfried a Pagine Ebraiche – vuol essere anche un tentativo di ritrovare un ordine, un’armonia, all’interno di questo caos”. 

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L'ossessione del complotto
Il Governo americano e Hollywood (notoriamente in mano agli ebrei) sono infestati da pedofili e adoratori del demonio, e Trump è stato boicottato da ebrei e comunisti perché cercava di consegnarli alla giustizia. Poteri occulti, un vero e proprio stato nello stato (Deep State) sta manovrando per raggiungere i propri malvagi obiettivi, servendosi di pratiche magiche e demoniache. Nell’agenda dei sostenitori di queste e altre folli teorie rientra anche la gestione dell’attuale pandemia, quindi il lockdown è lo strumento dei poteri occulti per sottomettere le masse ai loro depravati voleri. Naturalmente, il coronavirus non esiste, è un’invenzione del Deep State – e delle case farmaceutiche. I morti non ci sono: mostrateceli!
Ossessionati essi stessi e affascinati dalla teoria generale del complotto, gli ormai milioni di adepti e simpatizzanti di QAnon hanno attraversato le frontiere. E, strano a dirsi, hanno trovato nei Protocolli dei Savi Anziani di Sion un sostegno fondamentale alle teorie antisemite del complotto. Così, ogni nome di ebreo portato alla ribalta della cronaca è per loro una valida dimostrazione della tesi. Soros è il più noto, ma ve ne sono molti altri disponibili.
Dario Calimani
La strada impervia dell'incomprensione
Indro Montanelli diceva che gli accademici italiani scrivono per gli altri accademici, il che implicherebbe che i terzi, tutti gli altri, non ne traggano giovamento. Questa critica potrebbe rivelarsi non impeccabile, in quanto soltanto chi è padrone della materia può valutare gli argomenti altrui, quindi sono altri gli aspetti da considerare.
L’esclusività accademica si rivela sovente attraverso il microlinguaggio.

Emanuele Calò
Identità ebraica e rapporto con l'altro
Ricorrenza nazionale prima che religiosa, ogni anno Chanukkah rinnova la centralità del suo messaggio di identificazione ebraica di fronte al mondo non ebraico e ci fornisce l’occasione di riflettere sulla nostra condizione di ebrei diasporici, costantemente in bilico tra due realtà per noi essenziali: le radici e la visione del mondo ebraiche da un lato, la partecipazione costruttiva alla più larga società civile dall’altro. 
David Sorani
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Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Le testate giornalistiche non sono il luogo idoneo per la definizione della Legge ebraica, ma costituiscono uno strumento di conoscenza di diverse problematiche e di diverse sensibilità. L’Assemblea dei rabbini italiani e i suoi singoli componenti sono gli unici titolati a esprimere risoluzioni normative ufficialmente riconosciute. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
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