Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui        24 Marzo 2020 - 28 Adar 5780
LILIANA SEGRE A PAGINE EBRAICHE 

"La grande paura è morire soli"

“Sa cos’è: non ho niente di originale da dire, né la mia immaginazione, né la mia fantasia, né il mio buonsenso, né altro.. Sono abbastanza sbalordita da quello che succede. E la verità è che non c’è niente da dire. Forse in troppi parlano e dicono troppo”. Non è un’intervista ma una breve conversazione in cui Liliana Segre, parlando con Pagine Ebraiche, accenna ad alcune sue impressioni davanti a questa Italia travolta dal coronavirus. “È come il diluvio universale” commenta la senatrice a vita, spiegando di aver scelto un consapevole silenzio piuttosto che intervenire pubblicamente per parlare dell’emergenza sanitaria, nonostante i tanti inviti. “Ho proibito a figli e nipoti di avvicinarsi e sono molto accorta” racconta dalla sua quarantena milanese. “Non posso dirle quello che vorrebbe sentirsi dire: che mi sono buttata nella lettura, che approfitto di queste giornate, come ho letto fanno in molti, per mettere in ordine la casa, per ritrovare fotografie... Siccome lo faccio da tutta la vita, di ritrovare fotografie, di frugare nei cassetti della memoria, io ora non lo faccio. Adesso non faccio nulla, sono di una pigrizia spaventosa”. Aggiunge Segre: “Dormo; faccio le parole crociate, fantastiche perché non pongono il vero problema ma problemi più stupidi; e telefono. Mi telefonano in tanti, autorità e amici che da trent’anni non sentivo per sapere, come ha fatto lei, se sono ancora viva”.

FISSATA PER DOMANI UNA MEZZA GIORNATA DI DIGIUNO

Preghiera e unità al tempo del Coronavirus,
i rabbini italiani raccolgono l'invito del rav Lau

Preghiera, azione e unità per affrontare al meglio l’emergenza sanitaria. Anche il rabbinato italiano sta aderendo all’invito del rabbino capo di Israele, rav David Lau, a digiunare per mezza giornata. “Israele e il mondo intero affrontano questa minaccia. È fondamentale reagire, anche sul piano spirituale” il messaggio diffuso dal rav Lau nelle scorse ore.
Il digiuno è stato fissato per domani, vigilia di Rosh Chòdesh Nissàn che è tradizionalmente, ricorda in una comunicazione il presidente dell’Assemblea Rabbinica Italiana e rabbino capo di Milano rav Alfonso Arbib, un giorno dedicato alla preghiera e all’espiazione. Il digiuno inizierà alle 4.50 e terminerà alle 13.
“L’invito – si legge – è rivolto esclusivamente a persone che sono in buona salute e non hanno sintomi di alcun tipo. Sono esclusi da questo invito le persone al di sopra dei 65 anni e i ragazzi al di sotto dei 18. Sono esentate le donne in gravidanza e quelle che allattano. Sono ovviamente escluse le persone che si trovano in quarantena”. Chiunque durante il digiuno non si sentisse bene, viene sottolineato, “deve immediatamente interrompere il digiuno”. Come tutti i digiuni, ricorda rav Arbib, “deve essere accompagnato dalla tefillà (preghiera), dalla teshuvà (esame di coscienza) e dalla tzedakà (aiuto ai bisognosi)”.

L'INIZIATIVA UCEI 

Fosse Ardeatine, ricordo a distanza
Lo streaming per fare Memoria

Anche a distanza, ciascuno nella propria abitazione, un momento di riflessione per non dimenticare e riaffermare con forza i valori e le sfide che ci uniscono. Nel 76esimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha organizzato una commemorazione in streaming sul proprio canale Facebook, trasmesso questa mattina e visibile anche in differita.
“Furono trucidati 335 italiani. L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane desidera ricordare ciascuno di loro, rendere omaggio alla loro memoria” ha sottolineato la Presidente UCEI Noemi Di Segni nel suo messaggio di apertura. Ad intervenire anche il procuratore generale militare Marco De Paolis, lo storico Amedeo Osti Guerrazzi, il direttore dell’area Educazione e Cultura dell’Unione rav Roberto Della Rocca.
I giovani dell'Ufficio Giovani Nazionale hanno poi letto i nomi di tutte le vittime. 

LA RUBRICA SUI CANALI UCEI E PAGINE EBRAICHE

Verso la libertà, nel segno di Pesach

Nuovo appuntamento con gli incontri di “Diciotto minuti di libertà”, la nuova serie ideata dall’area Educazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in collaborazione con la redazione giornalistica UCEI.
In collegamento con il direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale, sui canali Facebook UCEI e Pagine Ebraiche, uno degli storici collaboratori del giornale dell’ebraismo italiano. Che cosa è la libertà? Cosa significa andare verso la libertà? Come si declina questo cammino in una stagione che è quella dell’attesa, della liberazione dal virus, della fine dell’emergenza, della riconquista dei nostri diritti e libertà di movimento? A rispondere a questi interrogativi lo storico sociale delle idee David Bidussa.


Rassegna stampa

Il rigore da mantenere
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Per un Pesach meno solo
Poiché la Torah ‘non è in cielo’, ed è la Torah a dirlo, non si dà tempo più adatto di questo nostro per mostrarci che è davvero così. Se la Torah è data all’uomo a misura dell’uomo, si tratta ora di mettere in pratica le sue parole.
In occasione della presente emergenza sanitaria, rav Yitzchak Yosef, guida degli ebrei sefarditi di Israele, ha consentito di tenere acceso il cellulare lo scorso Shabbat, per evitare che si mettesse a rischio la vita di persone colpite dal contagio.
Dario Calimani
La sinistra, gli ebrei, Israele
Kohelet 1.18: molta sapienza, molto affanno, chi accresce il sapere, aumenta il dolore; per questa ragione, non vi è peggior mestiere che dire agli altri ciò che non vogliono sentire. Questa impervio percorso – dire la verità dopo uno studio approfondito – è stato ottimamente intrapreso da Alessandra Tarquini, nel volume La sinistra italiana e gli ebrei. Socialismo, sionismo e antisemitismo dal 1892 al 1992, il Mulino, 2019.
Emanuele Calò
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Riflessione e solidarietà
“È arrivata la bufera, è arrivato il temporale. Chi sta bene e chi sta male, e chi sta come gli va”. Può riuscire una vecchia canzone di Renato Rascel a sdrammatizzare la tragedia in cui siamo immersi, può provare a farci nonostante tutto sorridere sulla nostra pericolante condizione? In realtà quella canzone fotografa come dall’alto, con disincantato realismo, la situazione attuale di un’ umanità impotente, travolta da una incontrollabile calamità.
 
David Sorani
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