Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui        18 Giugno 2019 - 15 Sivan 5779
ELEZIONI COMUNITARIE

Roma ebraica, vittoria netta per Dureghello

Netta affermazione alle elezioni comunitarie romane per la lista “Per Israele”, guidata da Ruth Dureghello. Sei le liste che erano in corsa, per un totale di 135 candidati. Alla formazione guidata da Dureghello, presidente della Comunità nell’ultimo quadriennio, è andato il 48,51% dei voti espressi, oltre il 45% che rappresenta la soglia del premio di maggioranza. Con lei in Consiglio Piero Bonfiglioli, Antonio Spizzichino, Ruben Della Rocca, Daniela Debach, Alberto Ouazana, Giordana Moscati, Daniel Di Porto, Daniel Funaro, Massimo Finzi, Edoardo Amati, Uri Bahbout, Angelo Sed e Roberto Di Porto.
Seconda lista per preferenze ricevute è Menorah, con il 15,82% dei consensi. In Consiglio il capolista Ilan David Barda con Livia Ottolenghi, Massimiliano Boni ed Emanuele Pace. Al terzo posto “Dor va dor”, con il 14,39%, che elegge il capolista Benedetto Alessandro Sermoneta, Isaac Tesciuba, Alessandro Luzon e Raffaele Rubin. Quarta posizione per “Binah is real”, con il 10,69%, che sarà rappresentata da Daniela Pavoncello, Daniel Federico Coen e Claudia Fellus. Due Consiglieri per “Ebrei per Roma”, che ha ottenuto il 6,24%, in Consiglio con Giorgio Heller e Manuela Di Porto. Non ha invece ottenuto sufficienti voti per una rappresentanza consiliare “Maghen David”, che aveva come candidato presidente Marco Sed (risultato di lista: 4,34%).

ELEZIONI COMUNITARIE

Padova ebraica, scelto il nuovo Consiglio

Numerose le Comunità ebraiche italiane al voto in queste settimane. Ad esprimersi nell’urna, questa passata domenica, sono stati anche gli iscritti alla Comunità di Padova. In ordine di preferenze ricevute risultano eletti Gianni Parenzo, presidente uscente, Gina Cavalieri Sacerdoti e Gavriel Sacerdoti.
Nei prossimi giorni il nuovo Consiglio in carica per i prossimi quattro anni si riunirà per nominare il presidente e definire i diversi incarichi.

QUI ROMA - IL FESTIVAL

Ebraica, uno sguardo allo spazio

La scorsa primavera l’attracco sulla luna è fallito sul più bello. Ma con la quasi impresa della sonda Beresheet, che ha subito un guasto quando tutto lasciava immaginare il più dolce dei finali, Israele si è comunque conquistata un posto d’onore nella grande avventura spaziale.
Alzare lo sguardo si può, anzi si deve. A rappresentare questa esigenza è la dodicesima edizione di Ebraica, Festival internazionale di cultura in programma da sabato 22 a mercoledì 26 giugno nel quartiere ebraico della Capitale. Filo conduttore dei numerosi eventi che sono stati pensati è “Space. The final frontier”, tema oggi sviscerato in conferenza stampa dai curatori Ariel Piattelli, Raffaella Spizzichino e Marco Panella.
Lo spazio, è stato spiegato, “come paradigma fondamentale della relazione tra vita e conoscenza, intorno al quale raccogliere il contributo e le riflessioni di filosofi, intellettuali, scrittori, scienziati e artisti”.

IL PROGETTO

Nuovi impegni per l'unità, nel nome di Gilad

Era l’estate del 2014 quando i tre adolescenti israeliani Eyal Yifrach, Gilad Shaer and Naftali Frenkel furono rapiti nella zona di Gush Etzion. Il loro drammatico destino fu scoperto alcune settimane dopo il loro rapimento, quando un’operazione delle Forze di difesa israeliane permise di trovare i loro corpi senza vita vicino a Hebron. I tre ragazzi erano stati uccisi quella stessa notte del 12 giugno in cui erano stati catturati.
Nel loro nome sono nati molteplici progetti, tra cui la Fondazione Sonshine istituita dai genitori di Gilad che ha fra i propri scopi quello di rafforzare l’unione fra Stato di Israele e Diaspora, e non soltanto nei momenti di difficoltà.



Rassegna stampa

Roma ebraica,
vince Dureghello

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Il notiziario parla russo

La lingua russa debutta sull’edizione internazionale di Pagine Ebraiche. Dopo inglese, francese, tedesco, spagnolo, ebraico, portoghese, olandese e più, nell’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition la sezione Bechol Lashon propone una traduzione in russo di una riflessione sull’Europa della storica Anna Foa.
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Gay Pride
Un’interpretazione post-moderna del Qohèlet non è ormai neanche più una novità: l’opera che contiene in sé contraddizioni e che alla fine non si sforza neanche di risolverle. C’è chi dice invece: le supera senza risolverle. Se per essenza del post-moderno intendiamo la presa di coscienza dell’impossibilità di dare risposta ad ogni interrogativo, di spiegare tutto, ci siamo. Esistono però due livelli: 1) l’ammissione che contraddizioni e contrasti esistono e che non sempre sono risolvibili (o almeno, che non sempre noi siamo in grado di risolvere); 2) l’assurgere dell’impossibilità di risolvere a modus vivendi. Il primo livello mi sembra una scelta matura, anzi un’ammissione matura, che non porta tuttavia a demordere dal cercare risposte; il secondo un atteggiamento per fuggire in modo elegante le responsabilità.
Rav Michael Ascoli
Uscire dalla crisi 
Siamo testimoni in questi giorni di vari interventi, d’attacco e di difesa, sul rabbinato italiano, sul suo impegno e sulla sua attività. Le modalità dell’attuale ‘dialogo’ a distanza offrono troppo spazio alle polemiche e alle affermazioni sopra le righe. La personalizzazione delle discussioni, oltretutto, si limita a inasprire il dibattito e a rendere più difficile convergere anche solo sul riconoscimento del problema.
Di rabbinato e Comunità si è parlato agli Stati Generali dell’ebraismo italiano a inizio novembre scorso, a Roma. Quella, in verità, sembrava una sede forse più adatta ad affrontare preliminarmente le problematiche dell’ebraismo italiano. Solo che ne fosse seguito un dibattito in sedi opportune e con adeguata preparazione. Non lo si è fatto e probabilmente non lo si farà.
 
Dario Calimani, Università di Venezia
Un compito da assolvere
L’Unione informa del 12 giugno riferisce circa il recente convegno in cui gli avvocati milanesi hanno ricordano con dolore i 106 colleghi e colleghe esclusi dalla professione in quanto ebrei in applicazione delle Leggi razziste, con un qualificato convegno dopo il quale è stata scoperta una targa commemorativa nell’atrio centrale del Palazzo di Giustizia di Milano, col determinante contributo dell’Associazione Italiana Avvocati e Giuristi Ebrei, rappresentata al tavolo dei relatori dal suo presidente Giorgio Sacerdoti.
Emanuele Calò
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Senza Storia non c'è formazione
Domani, con la prova scritta di Italiano, inizia l’esame di maturità 2019. Molte critiche accompagnano proprio lo svolgimento della prima prova, per la cancellazione tra le tracce proposte del cosiddetto “tema storico”. Certo, anche a prescindere dallo scarso numero di opzioni che questa tipologia ha sempre fatto registrare si tratta di un fatto grave e significativo. Grave perché si traduce nell’annullamento di fatto di una possibilità di scelta rilevante da parte dei candidati: con quale diritto il MIUR toglie agli studenti, proprio in occasione di una tappa fondamentale del loro percorso di studi, il diritto di riflettere e argomentare in un ambito centrale come quello storico? Significativo perché è indice palese della scarsa o nulla sensibilità dell’attuale classe dirigente nei confronti della dimensione storica, che non è evidentemente considerata un elemento qualificante del percorso formativo.
David Sorani
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Il mandorlo
Tra poco leggeremo la parashà di Korach che nel bel mezzo di un drammatico momento di ribellione a Mosè e ad Aronne riporta un curioso ed interessante episodio “vegetale”: “il Signore parlò a Mosé dicendo così: parla ai figli di Israel e prendi da loro una verga per ogni casa paterna (tribù) dei loro preposti, cioè dodici verghe e scrivi il nome di ogni preposto sulla sua verga. Scrivi il nome di Aron sulla verga di Levi…Porrai le verghe nella tenda della riunione davanti alla testimonianza dove Io mi incontro con voi. E avverrà che la verga di colui che Io eleggo fiorirà. Così acquieterò la ribellione dei figli di Israele che essi fanno contro di voi”.
 
Roberto Jona
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