Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

5 Luglio 2018 - 22 Tamuz 5778
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Pinechàs. La frase iniziale di questa Parashà necessita di qualche spiegazione. “Pinechàs figlio di El’azàr figlio di Aharòn il sacerdote ha fatto recedere il Mio furore da sopra i figli d’Israèl essendo zelante del Mio zelo in mezzo a loro”. I Maestri si domandano he bisogno ci sia di aggiungere “in mezzo a loro”.
 
Leggi

Giorgio Berruto
Si racconta che Samuel Reshevsky, nato nel 1911 nello shtetl di Ozorkow, non lontano da Łódź, si fosse già fatto conoscere durante la Prima guerra mondiale, quando l’esercito tedesco occupò il suo paese. Il generale tedesco allora in capo ordinò che gli venisse condotto il bambino prodigio degli scacchi. Per nulla imbarazzato, Reshevsky vinse e disse al generale: “Ihr spielt milkhoma, ich spiel schach”- in yiddish: “Tu giochi alla guerra, io gioco a scacchi”.
 
"No all'ultradestra"
Ventidue sindaci, di centrosinistra ed espressione di liste civiche, chiedono al Comune di Abbiategrasso di intervenire per cancellare la “Festa del sole” che si aprirà domani, promossa dall’associazione di estrema destra Lealtà e Azione e con ospiti alcuni assessori regionali e parlamentari. Ad “insorgere”, scrive il dorso milanese del Corriere, l’Anpi, il Pd e i gruppi antifascisti. Viene segnalata anche la posizione della Comunità ebraica, che ha stigmatizzato “la concessione di spazi pubblici a un gruppo filo-nazista” e il fatto che ciò avvenga “nell’indifferenza di esponenti di spicco del mondo politico lombardo”.

Fallito il tentativo a Roma, Fratelli d’Italia prova a perorare la causa di intitolazione di una strada a Giorgio Almirante a Genova. Surreale la proposta del capogruppo in Consiglio comunale, riportata dalla cronaca cittadina di Repubblica: “Propongo un accordo al Pd e a tutta la sinistra: se accettano la proposta di intitolare una via ad Almirante, in cambio – si legge – appoggerò una loro richiesta per un’altra strada dedicata a Berlinguer”.

Dedicate alla figura di Almirante, in risposta ad alcune richieste di chiarimento da lettori, alcune riflessioni di Aldo Cazzullo (Corriere) e Lilli Gruber (7).
“Giorgio Almirante fu fascista e razzista. Collaborò con i nazisti nella caccia ai partigiani. Poi, dopo la guerra, fu eletto segretario del Movimento Sociale Italiano diventando, come ha scritto commemorandolo Giorgio Napolitano, ‘una personalità politica tra le più significative della destra italiana che, con il suo carisma, favorì la progressiva inclusione di quell’elettorato nella storia repubblicana’. II primo Almirante merita disprezzo e oblio. II secondo – scrive la Gruber – appartiene alla storia della nostra democrazia”.
Sottolinea Cazzullo, dopo aver rievocato il contributo dell’ex segretario dell’Msi alla discriminazione degli ebrei italiani operata dal fascismo a partire dal ’38: “Non mi stupisce né mi scandalizza che Fratelli d’Italia chieda una via per Giorgio AImirante. Trovo più significativi i grillini che hanno votato sì e sono stati giustificati dai colleghi di partito: non sapevano chi fosse questo Almirante”.
 
Leggi

  davar
l'associazione avvocati e giuristi ebrei
"Uguaglianza, valore a rischio

Una nuova rete per difenderlo"
Promuovere il rispetto dei diritti umani, il principio di uguaglianza e il diritto di tutti gli Stati a vivere ed esistere in pace. E in questo contesto combattere l’antisemitismo e l’antisionismo e ogni altre forma di razzismo e discriminazione.
È il primo punto tra le finalità che si pone l’Associazione Italiana Avvocati e Giuristi Ebrei, costituita ufficialmente lo scorso autunno e da ieri entrata nella sua fase operativa grazie a un primo incontro tenutosi a Roma, presso lo studio legale Nunziante Magrone, che ha avuto come ospite d’onore il professor Giuliano Amato, ex Presidente del Consiglio, protagonista della stagione delle Intese e oggi giudice della Corte costituzionale, intervenuto sul tema silenzio dei giuristi italiani davanti alla promulgazione delle Leggi razziste. A ottanta anni dall’infamia, consumata nell’indifferenza di molti, una riflessione carica di spunti attuali.
Soddisfatto il presidente dell’Associazione, il presidente del Cdec Giorgio Sacerdoti. “Un incontro di ottimo livello, con partecipazione rilevante da un punto di vista sia qualitativo che quantitativo. Significa – dice – che l’esigenza di questo nostro impegno è avvertita”. In apertura di incontro Sacerdoti ha indicato le linee guida e i filoni che saranno seguiti: “Contrasto al razzismo e all’antisemitismo, innanzitutto. Con l’obiettivo, in ragione dell’80esimo anniversario delle Leggi antiebraiche ormai imminente, di far applicare in tutti i tribunali d’Italia targhe commemorative di chi, nelle diverse città, perse per via delle stesse il proprio lavoro”. Iniziative, incontri, corsi di aggiornamento. La sfida, sottolinea Sacerdoti, “è quella di creare un network solido”. Illustri i relatori che saranno coinvolti (la prossima attività sarà a Milano): tra gli altri il giudice statunitense, ma di origine italiana, Guido Calabresi.
Tra le varie finalità indicate nello Statuto, l’Associazione – è stato spiegato – ha come scopo anche quello di promuovere e mantenere la cooperazione e gli scambi tra propri membri, stabilire e mantenere contatti e cooperare con organizzazioni analoghe o con simili scopi a livello internazionale, promuovere lo studio di questioni legali di particolare interesse per le istituzioni ebraiche, ricercare e pubblicare informazioni sulla condizione personale e giuridica degli ebrei in Italia e nel mondo, promuovere lo studio e la conoscenza del diritto ebraico.
“Da sempre – spiega Giulio Disegni, vicepresidente UCEI – il legame tra ebraismo e diritto è particolarmente forte. Soprattutto nell’avvocatura il contributo ebraico ha lasciato e continua a lasciare il segno. Una tradizione di ampio respiro”. Guardando all’attualità, anche nel solco dei temi sollevati da Amato, che nella sua lezione non ha mancato di esprimere perplessità e angosce sulla tutela dei diritti oggi, Disegni parla di “derive che vanno presidiate”. Anche per questo, incalza, “è fondamentale che la partecipazione a questa associazione sia ampia: bisogna tenere alta la guardia”.
Concorda Ariel Dello Strologo, presidente della Comunità ebraica di Genova, anche lui presente all’incontro romano. “Sono rimasto colpito dalla lucidità delle parole di Amato, istruttive e stimolanti. Quello del diritto, presidio di civiltà, è un campo in cui gli ebrei storicamente hanno qualcosa da dire. La nostra voce – afferma – è importante”.
Commenta Davide Jona Falco, Consigliere UCEI. “La sensazione è doppia: c’è soddisfazione per aver saputo guardare lontano, quando abbiano invitato il professor Amato senza immaginare cosa sarebbe successo in questi mesi. Dall’altra è forte la preoccupazione per l’attuale situazione italiana ed europea, come ha magistralmente evidenziato il nostro ospite”.
Leggi

l'intervento di giuliano amato
"Diritti, futuro in ombra"
“Non possiamo rinunciare, se continuiamo a sperare in un futuro migliore, a difendere la cultura italiana e a rifornire gli italiani interessati di idee, di studio e di conoscenza”. Nel 2009, politicamente un’epoca fa, il professor Amato rispondeva così a Pagine Ebraiche sulla propria idea di futuro e di impegno nella società. Già allora la situazione appariva a tratti contorta, ma il rischio di una deriva sembrava contenuto. Nove anni dopo lo scenario si è fatto, ha detto nel corso della lezione tenuta ieri sera davanti ai membri dell’Associazione Italiana Avvocati e Giuristi Ebrei a Roma, “assai inquietante”.
C’è una frase che aleggia, che non riesce a togliersi dalla testa. La pronunciò nel ’38 Gaetano Azzariti, presidente del Tribunale della Razza e futuro presidente della Corte costituzionale nell’Italia pacifica e democratica degli Anni Cinquanta e Sessanta. “Finalmente è stato messo in soffitta il dogma dell’uguaglianza”. Amato la scandisce lentamente, quasi sillaba per sillaba. “Un pensiero – osserva – che fu accolto da molti come una liberazione. La prova che il ‘male dentro di noi’, un qualcosa di cui non possiamo mai del tutto liberarci, con le Leggi antiebraiche aveva preso il sopravvento su ogni altra valutazione. Perché quando iniziative come queste si verificano non c’è soltanto un regime, con il suo carico di violenza e repressione. C’è anche un cambiamento che penetra nelle coscienze e altera il rapporto interno alle stesse. Questo accadde allora”.
Ma potrebbe riaccadere. Il rischio, sostiene infatti l’autorevole ospite, è concreto. “Cresce la xenofobia, cresce la diffidenza verso l’Altro. Cosa succederebbe se qualcuno oggi riaffermasse tale concetto? Quanti, in Italia, si sentirebbero liberati? Ho la sensazione, purtroppo, che questo momento non sia troppo lontano”.
Anche per questo, prosegue, è di vitale importanza prendere coscienza del pericolo e reagire in modo opportuno. “Trovo positivo che oggi siamo qui, a parlare di questi temi” dice rivolto alla platea. In una Italia e in un Europa, sottolinea Amato, “dove il sovranismo, che ha sempre una sua matrice razzista, rischia di danneggiare l’idea stessa di Europa e di compromettere la difesa del fondamento degli ordinamenti costituzionali nati nel solco degli orrori della Shoah: la dignità umana”.
Leggi

l'incontro salvini - sachs al viminale
"In Israele entro l'autunno"
Cybersicurezza, cooperazione nella lotta al crimine, processi migratori e contrasto al terrorismo internazionale i temi al centro del colloquio avvenuto ieri al Viminale tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e l’ambasciatore israeliano in Italia Ofer Sachs.
“Un incontro molto positivo, nel corso del quale è stato confermato il buon livello di collaborazione tra i nostri due paesi in diversi settori” spiega il diplomatico a Pagine Ebraiche. Lo stesso Sachs, nel corso dell’incontro, ha ufficialmente invitato il ministro in Israele. “Non c’è ancora una data, per ora si tratta solo di un invito. Ma – conferma l’ambasciatore – si dovrebbe realizzare nei prossimi mesi”.
Leggi

la lezione della professoressa foa al meis
"Ebrei, cristiani e Chiesa

Una relazione complessa"
“Ebrei, cristiani e Chiesa”. E il tema su cui la professoressa Anna Foa interverrà questo pomeriggio alle 18 al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara nel quadro del ciclo di incontri “Gallery Talk. Alla scoperta del percorso espositivo del MEIS” che trae spunto dalla mostra “Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni”, visitabile fino al 16 settembre e curata proprio dalla Foa, insieme a Daniele Jalla e a Giancarlo Lacerenza.
“Approfondire le relazioni tra gli ebrei, i cristiani e la Chiesa – osserva la storica – significa parlare di convivenza, equilibrio, di un’inferiorità codificata e di quello che chiamo ‘l‘apprendistato della diversità’ da parte dei cattolici, avvenuto comunque da una posizione dominante”.


Leggi

  pilpul
Setirot - "Io vi guardo"
Guardo le immagini delle navi ferme nel Mediterraneo con a bordo il loro carico di disperazione. Guardo i volti dei giovani che affrontano la morte nella speranza di un futuro migliore, o almeno degno di questo nome, e rivedo i volti che incontro con il volontariato. Guardo un’Europa vile e egoista, rivoltante. Guardo la faccia e l’espressione del cancelliere austriaco Sebastian Kurz, ascolto le sue parole, e mi si raggela il sangue. Guardo gli Orban e i Salvini, e ho paura per figli e nipoti. Le sequenze della Exodus non possono che riemergere dal profondo. Poi polemizzo con chi fa impossibili e inaccettabili rimandi alla Shoah. Sto male. Per “fortuna” non sono solo a «provare l’impulso fortissimo di salire» su quelle navi e di dire io vi voglio bene a ognuno di voi, io vi guardo… Lo ha detto Liliana Segre: «Questo fatto di essere qualcuno che non sa dove andrà perché nessuno lo vuole io l’ho provato e allora l’impulso è fortissimo, di dire io lo so come si sta quando nessuno vi vuole, io vi voglio bene a ognuno di voi, io vi guardo».

Stefano Jesurum, giornalista
 




Dialogo
Perché io, mi affanno a dire ad uno dei tanti psicologi che vedo in questo periodo (tranquilli, per altre ragioni, non sono pazza, altrimenti le vocine me lo avrebbero detto no? E neppure perché pensi che se poi mi curano non avrò nient’altro da fare nel tempo libero…), credo nel dialogo come strumento di spiegazione delle proprie posizioni e di ricerca di una condivisione con l’altro – chissà se c’entra essere cresciuta a pane e materno filosofeggiare, o aver frequentato Danilo Dolci nell’infanzia in famiglia?

Sara Valentina Di Palma
Leggi



moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.