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2 febbraio 2012 - 9 Shevat  5772
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sermoneta Alberto Sermoneta, rabbino capo
di Bologna 
Nella parashah che leggeremo il prossimo sabato, si narra del miracoloso passaggio del Mar Rosso e quindi dell'acquisizione di libertà del popolo ebraico, conquistata dopo 430 anni di schiavitù. Dopo il passaggio del Mare, si narra che il popolo arrivò in una località chiamata Elim dove c'erano dodici sorgenti d'acqua e settanta palme da dattero, ma si accamparono lì per l'acqua. I Maestri dell'esegesi spiegano che quel luogo non è altri che il Monte Sinai, in base a ciò che è detto nel libro del profeta Isaia: "chiunque ha sete venga all'acqua" e inoltre nei Pirkè Avot è detto: "non vi è altra acqua che la Torah". E' poi spiegato che le settanta palme da dattero simboleggiano i settanta anziani, eletti da Mosè per amministrare la giustizia. E' per ciò che si spiega che quel luogo è il Monte Sinai dove di lì a poco verrà data la Torah.

Sergio
Della Pergola,
Università Ebraica
di Gerusalemme


Sergio Della Pergola
Nei recenti giorni della memoria si sono lette e viste molte cose buone e profonde, ma anche non poche cose malevole e offensive. Queste vanno  dal revanscismo allo sciovinismo, dalla nostalgia all'apologia di regime, passando dalla metodica contestazione del diritto alla sovranità di uno Stato di Israele ebraico e democratico, se non addirittura del  diritto di ogni ebreo di disporre liberamente della propria identità. Per contrastare questa razzumaglia, non c'è di meglio che volgere gli occhi a quelle figure esemplari di Italiani che nei giorni della Shoah  hanno messo a repentaglio la propria vita e tutto ciò che avevano di più  caro per salvare delle vite di ebrei in pericolo. Come è noto, Yad Vashem riconosce e premia i Giusti delle Nazioni, e lo fa seguendo dei criteri piuttosto restrittivi che riguardano l'autenticità delle  testimonianze, l'effettivo pericolo incorso dai salvatori, e l'assoluto  disinteresse del loro intervento. Nel corso del 2011 si sono aggiunti alla lista dei nomi già esistenti ben quindici nuovi Giusti italiani, ognuno dei quali con grande coraggio, intelligenza, generosità,  abnegazione ha cercato e ha trovato la via per sottrarre delle famiglie ebraiche all'assedio genocida perpetrato non solamente da tedeschi ma, ahimé, anche da altri italiani. I nomi di questi nuovi Giusti non sono ancora noti al grande pubblico italiano ma presto lo saranno. Ognuno di essi merita una menzione speciale e dettagliata e una cerimonia ufficiale di riconoscimento. Quindici nuovi Giusti in un solo anno, solamente dall'Italia, e alcune centinaia da tutto il mondo, è un numero che incute grande rispetto. Questo, e il sapere che a Yad Vashem esiste ancora un'imponente pila di incartamenti in corso d'istruttoria i cui  risultati saranno noti in un prossimo futuro, in una certa misura ci aiuta a riconciliarci con la natura bifronte della memoria.
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Claims Conference: quale assistenza ai perseguitati
nelle relazioni con le autorità tedesche
Il governo tedesco mette a disposizione nuove possibilità di risarcimento per coloro due durante la seconda guerra mondiale patirono a causa del nazismo o dei suoi alleati. A darne notizia è la Claims Conference (Conference on Jewish Material Claims Against Germany), l’organizzazione che si occupa delle richieste di risarcimento nei confronti della Germania. Potenziali beneficiari sono tutti coloro con reddito annuo inferiore a 16 mila euro, che possono provare di aver trascorso almeno sei mesi di prigionia in un campo di concentramento o di lavoro forzato (anche in Tunisia, Marocco e Algeria), o in alternativa almeno 12 mesi in un ghetto, in un nascondiglio senza accesso all’esterno o sotto falsa identità e in condizioni disumane, sia nei territori occupati dai nazisti sia in quelli dei paesi loro alleati.
La Claims Conferenze fu creata a New York nel 1951 dopo che l’allora cancelliere tedesco Konrad Adenauer riconobbe i delitti perpetrati dalla Germania e si disse pronto a offrire riparazione economica (“indicibili crimini sono stati commessi nel nome del popolo tedesco, che richiedono riparazione morale e materiale (…) Il Governo federale è pronto, insieme ai rappresentanti dell’ebraismo e dello Stato d’Israele, a offrire una soluzione al problema della riparazione materiale, tentando così di agevolare il cammino verso la pacificazione spirituale dell’infinita sofferenza”). Dopo alcuni mesi di lavoro, furono firmati due protocolli fra l’organizzazione stessa, la Repubblica federale tedesca e lo Stato d’Israele, in cui la Germania si impegnò sia al risarcimento diretto delle vittime del nazismo sia a versare 450 milioni di marchi alla Claims Conferenze per aiutare i sopravvissuti a reinserirsi nella società.
Da allora circa 278 mila reduci hanno ricevuto vitalizi e compensazioni di vario genere dal governo tedesco.
L’articolo 2 del Trattato di unificazione della Germania firmato del 1990 ha impegnato la Repubblica federale tedesca a proseguire nel suo impegno di indennizzare le vittime della Shoah. Nel corso degli anni Claims Conference ha negoziato molte ulteriori possibilità di riparazione economica.
Coloro i quali ritengono di rientrare in questi nuovi criteri possono rivolgersi agli uffici dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (info@ucei.it 06.45542.200/299) per prendere  appuntamento per predisporre la domanda.

pilpul
Nessun problema
Il Tizio della SeraCi sono giornalisti che con un atteggiamento da scienziati del reale  osservano possibilità virtuali di guerra tra Israele e Iran, Iran e  America, Europa e Iran, Iran e India, Pakistan e Inghilterra, Egitto e  Libia, Turchi e Curdi, Cina e Tibet, Giappone e Laos, Corea del Nord e Corea del Sud e mi pare che non ci sia rimasto altro. Quei giornali e quei giornalisti prendono il mondo, lo distendono come un corpo sulle loro scrivanie e con un distacco morbido, come se fossero amici a una scampagnata e stessero mangiando panini al burro e tartufo al tempo del circolo Pickwick, e seduti sull'erba osservassero un'esercitazione militare, dicono che l’Iran potrebbe tirare missili sull’Occidente e l’Occidente reagire in modo medio, oppure in forze, o lasciar fare, o  glissare, o mediare, o andare per sanzioni, o essere contrario alle sanzioni; che l’Iran non si impegnerebbe mai in una guerra regionale, o forse lo farebbe, e l’ America potrebbe farlo come non farlo, dipende dalle condizioni meteorologiche, dalle primarie repubblicane, dal calo delle prezzo delle zucchine in Dakota, e poi l’Iran non è così pericoloso e non ce la fanno ad arrivare in Europa con quei missiletti –  in privato Loro dicono così: “missiletti”, e con sussiego danno un morso a un panino al tonno e maionese, non al tartufo, quello costa, e il sussiego si arena. Questo distacco dal fatto delle case e delle città a un tratto svanite, le città svanite di altri, le vie svanite di sconosciuti, o mediamente svanite e abitate da sconosciuti medi, o minimamente svanite abitate da cani pechinesi, o potenzialmente  minacciate di svanire ma non destinate a svanire, questa distanza critica, questa forbita fluidità dialettica dovrebbe essere la garanzia  che Loro sanno di cosa parlano: geo-politica, capacità militari, diplomazie, economia planetaria, avvertimenti cifrati - non speculano su  gente che un domani potrebbe rimanere maciullata come per una guerra tecnologicamente arretrata, fatta davvero col sangue e il ventre squarciato che duole e gli arti che si spezzano. Se un giorno quei giornali e quei giornalisti dovessero essere personalmente coinvolti da  bombardamenti, raggi-laser, neutroni, missili tattici, droni, reagirebbero con analogo distacco, come se al posto dei panini tartufati mangiassero missiletti. Ecco che ora abbiamo la possibilità di vedere gli effetti di una bomba tattica di provenienza salafita, o turca, o siriana, o greca, o iraniana, o al limite americana, o bada bene russa, o russa per mano cecena, o cecena rimasta senza mani, oppure americana per mano israeliana. E abbiamo la possibilità di vedere un tale missiletto cadere sulla Loro redazione. Il fumo, una radiazione tossica di kz intelligente pervade l’aria e sa perfettamente dove andare a  corrodere: sui muri e non sui volti, sulla calce e non sui vasi sanguigni, sulle strutture cibernetiche e non sui capelli. Il kz entra nelle stanze, la gente tossisce violacea e guarda scettica il buco nel  soffitto e quelle travi che penzolano, a dire il vero in modo sconnesso,  sporcando tutto. “Hai visto come è piccolo il buco nel tetto?”. “Sì: il materiale fissile è scadente, la grondaia è intatta, mi viene da ridere”. “Noi lo abbiamo sempre detto: l’armamento che hanno è insufficiente. Sono burini”. “E la provenienza?”. ”Bisogna vedere quali servizi hanno agito”. "Certo: potrebbero essere stati i turchi per conto degli Israeliani, Al Qaeda per fare un piacere alla Cia, il Mossad per conto del Giappone, in cambio di uno scenario diverso in Pakistan e l’Inghilterra per una Polonia libera dalle patate”. "Sì. Hai lo stomaco  forato”. “Vero, ma il buco investe un’area estremamente limitata. Tu domani vai alla partita?”. “Non lo so. Lilli ha una festa all’ambasciata cinese. Piuttosto: noti per caso che materia sia quella che adesso sta uscendo da un orecchio del direttore?”. “Sì: materia grigia”. "Allora non è niente”.

Il Tizio della Sera

Memoria - Pensieri da Israele
Come hanno reagito i milioni di ebrei coinvolti nel tragico vortice  della persecuzione di annientamento totale di un Popolo, che da secoli  aveva superato le pur drammatiche prove della vicenda di Israele,  sorretto da una fede tramandata dai Padri lungo le generazioni?   Nell'inferno dei ghetti e dei campi di sterminio, molti si cimentarono,  anche nei momenti estremi, con i dilemmi più profondi della loro  condizione, in una disperazione senza speranza, pur in momenti di  fedeltà alla Tradizione, fosse la celebrazione, sia pure al minimo, di  une festività, o la recita di tefillot prima della marcia verso le  camere della morte. Rabbini e dotti sopravvissuti hanno raccolto   responsi allucinanti per noi posteri di una o due generazioni. Ancora  più rilevante è l'approccio "teologico"da parte di Maestri che hanno  osato affrontare il lancinante interrogativo del perché la Shoah ebbe luogo,  con risposte per molti shoccanti, espressione di radicali convincimenti,  spesso opposti. Rabbini ultraortodossi, oltre il considerare l'immane  massacro come un ennesimo capitolo del millenario martirio di Israele   tra i popoli, hanno considerato l'eclisse di D-O quale castigo per le  trasgressioni nei confronti dell'osservanza della Legge divina, per la  “laicizzazione" della nostra vita, in conseguenza  dell’emancipazione, e, i  più estremisti, per la "sfida" del Sionismo,  profano ai disegni del Creatore, precedendo con strumenti umani la  concretizzazione della Gheullah, della Redenzione, anticipando l'età  messianica. Al lato opposto, il rav Zevi Yehudah Kookz. z.l., il Padre  spirituale del Sionismo messianico, ha considerato la Shoah come  operazione dolorosissima, ma necessaria per guarire il Popolo dalle  scorie della Golah, per purificarlo dal fango della dispersione, verso  la salita materiale e spirituale a Sion. Ma altri, non meno insigni per  livello intellettuale e spirituale, ci hanno insegnato che non possiamo  penetrare i disegni del Cielo, i motivi di un Silenzio trascendente la  nostra comprensione umana. Un appello al raccoglimento, alla  riflessione, all'impegno di superare con il nostro operato le scorie del  passato, testimoniando giorno per giorno la Memoria dei sei e più  milioni di fratelli che hanno santificato il Nome. Come chi scrive ha   percepito anni addietro, sulla rampa di Auschwitz, recitando il Kadish  per i suoi Cari, che hanno santificato il Nome, uniti a miriadi di  fratelli, in quel luogo maledetto e negli altri lager dell'Europa.   

Reuven Ravenna


Duecento parole da non dimenticare, da scolpire nella mente. Parole che  risuonano, fra le altre, nella Giornata della Memoria. Ogni vocabolo suscita tuttora un ricordo, ogni termine si ricollega a una delle epoche più buie della storia d'Italia, dalle leggi razziali fasciste del '38 fino all'occupazione nazista del '43-44. Solo una ventina di vocaboli, in lettere maiuscole, hanno potuto salvare parte degli Ebrei italiani ed hanno permesso il recupero morale di parte  dell'Italia stessa.

accanimento, accerchiamento, ACCOGLIENZA, AIUTO,  allarme, allerta,
allontanamento, allucinazione, ALTRUISMO, ammassamento, angheria,
angoscia, ANTIFASCISMO, antisemitismo, appello, arbitrio, arresto,
assalto, assassinio, assideramento, ASSISTENZA, atrocità, attentato,
banda, baracca, barbarie, bestialità, binario, bombardamento,
cacciata. camera a gas, camion, carcere, carro bestiame, cattura, cella,
censura, clandestinità, codice, collaborazionismo, comando,
complicità, concentramento, condanna, confisca, controllo, CONVENTO,
convoglio, coprifuoco, CORAGGIO, crematorio, crimine, crudeltà,
delazione, decreto, delibera, denuncia, deportazione, detenzione,
DIGNITA', direttiva, discriminazione, disperazione, disposizione,
distruzione, divieto,
eccidio, efferatezza, eliminazione, emigrazione, epurazione, esecuzione,
espatrio, esperimento, esproprio, espulsione, estinzione, estorsione,
evacuazione,
fame, fascismo, ferocia, filo spinato, fossa, freddo, frusta,
fucilazione, fuga, fumo,
genocidio, ghetto, GIUSTO,
immatricolazione, impiccagione,  imposizione, incubo, incursione,
inferno, infiltrazione, inganno, ingiustizia, intercettazione,
internamento, invasione, irruzione, isolamento, ispezione,
ladrocinio, lavoro forzato, LIBERAZIONE, limitazione,
marcia, massacro, menzogna, morte,
nascondiglio, nazismo, normativa,
obbrobrio, occupazione, oppressione, orrore, oscuramento, OSPITALITA',
ostaggio,
PARTIGIANO, pattuglia, perquisizione, persecuzione, perseguitato,
pretesto, prigionia, privazione, procedimento, profugo, PROTEZIONE,
provvedimento,
raffica, rappresaglia, rastrellamento, razza, razzia, razzismo,
reclusione, reclutamento, renitente, repressione, requisizione,
RESISTENZA, restrizione, retata, reticolato, ricercato, RIFUGIO,
rischio, ritorsione, rivalsa,
sabotaggio, saccheggio, SALVEZZA, scomparsa, segregazione, selezione,
sentinella, separazione, sequestro, sfollato, sfruttamento, SOCCORSO,
sofferenza, soffocamento, SOLIDARIETA', soppressione, SOPRAVVISSUTO,
sospetto, spiata, spoliazione, stella gialla, sterminio, strage, sventura,
tatuaggio, tedesco, terrore, testimonianza, tortura, transito, tradimento, trasferimento, trasporto, treno, tribolazione,
uccisione, UMANITA', umiliazione,
vagone, vergogna, vessazione, violenza, vittima.

Sandro Natan Di Castro, Haifa


notizieflash   rassegna stampa
Da Israele i pomodori neri
  Leggi la rassegna

Si chiamano "Galassia Nera" e sono stati sviluppati dalla Technological Seeds D.M., un'azienda che si trova nell'area metropolitana di Tel Aviv i pomodori neri che sarà possibile vedere i primi di febbraio quando si aprirà la mostra Arava Agricultural Research & Development in Israele. Il colore sarebbe il risultato dell'inserimento di un pigmento speciale derivato dai mirtilli. Poiché il pigmento è fotosensibile, più i pomodori vengono lasciati sulla pianta più si scuriscono.



 
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