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25 ottobre 2011 - 27 Tishri 5772
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Roberto Della Rocca
Roberto
Della Rocca,
rabbino

Il verso 25 del capitolo 4 di Bereshit suscita molti interrogativi. "Adamo conobbe ancora sua moglie e questa fece nascere un figlio e chiamò il suo nome Shet, poiché ha fondato, shat, per me il Signore, un altro seme..." Adamo ed Eva hanno avuto un paio di figli che sono finiti male, uno è stato ucciso dall'altro. Nel frattempo Adamo è stato cacciato dall'Eden poiché lui e sua moglie hanno mangiato del frutto proibito. Poi ci sono un pò di generazioni che discendono da Caino e poi  succede che nasce Shet, perché il Signore ha posto per l’uomo un" altro seme". Perché la Torah parla di un altro seme, se Caino è rimasto e la filiazione è gia esistente, anche se problematica? Cosa è questo zera acher, un altro seme? Si tratta della stessa coppia primordiale, non è proprio un altro seme, è eventualmente un altro figlio! Effettivamente il Midrash si pone il problema della comprensione di questo passo, commentando in modo assai laconico. " ...un seme che viene da un altro posto..." . Ancora più curioso, poiché il seme viene dallo stesso posto, da Adamo e Eva Chavvà. Il Midrash dice che l'identita di questo altro luogo radicalmente differente è il Re Messia. Nonostante gli attori non cambiano, sono sempre Adamo ed Eva, cambia il luogo di provenienza." Maqom Acher". Anche quando gli attori sono gli stessi una  Geografia diversa può sollecitarci a progetti nuovi da cui può provenire la salvezza!

Dario
 Calimani,
 anglista


Dario Calimani
Non c'è modo peggiore di contestare le parole e le idee dell'altro che stravolgendone il senso. È come citare una fonte deformandola. Ed è invece il modo migliore per liquidare il dialogo e gratificarsi nell'autocompiacimento.
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davar
Ricordando Antonio Cassese
Ricordare Nino Cassese oggi vuol dire molte cose. Siamo tutti alquanto frastornati, collocati come siamo, stretti fra una situazione economica e sociale minacciosa e l’evidente inadeguatezza della risposta politica. Non è la prima volta che l’Italia, come del resto anche altre nazioni europee e non europee, si trovano in situazioni precarie e guardano ansiosamente ai giudizi e alle sollecitazioni di coloro i quali, pur non essendo collocati in sedi decisionali, per la loro preparazione professionale (giuridica, economica, finanziaria), per la loro lucidità di analisi e anche – non dimentichiamolo mai – per il loro coraggio, hanno saputo sostenerci. Hanno avuto soprattutto la capacità di contrastare lo scoramento che si manifesta spesso con affermazioni tipo “non si trova una soluzione”, “non c’è nulla da fare”, spiegando, vorremmo quasi dire dimostrando che la capacità degli intellettuali in questi frangenti si può e si deve manifestare proponendo; e fare questo con umiltà ma allo stesso tempo con una serietà che esige di essere ascoltata. Nino era uno di questi. Ci siamo incontrati spesso in questi ultimi anni, anche per nostre relazioni familiari; e naturalmente abbiamo parlato molto dei guai che ci affliggevano. Era serio, documentato, capace di essere propositivo; una mente da esperto consulente, come deve essere un intellettuale; con suggerimenti da valutare e soppesare, privo di qualsiasi declamazione retorica o rinunciataria, che sapesse solo rifugiarsi dietro al “tanto, non mi ascoltano” oppure “Annibale è alle porte”. E’ partito mentre stava lavorando.
Ci ha lasciato in eredità un dovere, quello di batterci sempre per la salvaguardia dei diritti umani, che oggi significa anche la difesa delle minoranze, anche ma non solo di quella ebraica; e lo ricordiamo in particolare a Venezia, come correlatore in una delle nostre “Giornate di Studio”,
Un poco di te resterà sempre con noi, come un prezioso amico della nostra Comunità. E tuttavia ci mancherai tanto. Riposa in pace, Nino.

Amos Luzzatto
 
pilpul
Gli animali, la sofferenza e la Lega
Per fortuna l’ennesima boutade della Lega Nord è stata bocciata. La proposta del capogruppo alla Regione Lombardia di vietare la macellazione islamica ed ebraica non è passata per merito dell’opposizione ma anche del Pdl, alleato di governo della Lega. La comunità ebraica di Milano, in particolare con il vicepresidente Daniele Nahum, ha dichiarato la sua forte contrarietà a una proposta ritenuta ingiusta e discriminatoria. Su queste colonne affrontammo la questione alcuni mesi fa, in occasione di un analogo dibattito sviluppatosi in Olanda. In effetti sono parecchi i paesi europei, spesso civilissimi, che immaginano di vietare o hanno già vietato la macellazione kasher e halal. Sebbene – come nell’ultimo caso – sia purtroppo evidente la finalità anti-islamica di questo tipo di provvedimenti, è altrettanto chiaro che il tema non può essere liquidato come esclusivamente discriminatorio.
In un paese che vuole definirsi civile esiste la possibilità che due diritti parimenti degni (libertà religiosa e diritti degli animali) entrino in conflitto, e che la politica debba cercare un punto di equilibrio. Il tema è assai specifico e al tempo stesso di grande interesse generale. Domenica 6 novembre il Collegio rabbino italiano, la Rassegna mensile di Israel e l’Associazione di cultura ebraica Hans Jonas promuovono un convegno intitolato “Gli animali e la sofferenza: la questione della Shechità”.
Intervengono i rabbini Riccardo e Gianfranco Di Segni, il giurista Eligio Resta, il direttore dell’Istituto di zooprofilassi di Brescia Stefano Cinotti, i professori di letteratura e filosofia Laura Mincer e Mino Chamla. Sono particolarmente lieto di quest’iniziativa perché, al di là del tema, trovo assai significativo che istituzioni e associazioni ebraiche collaborino per discutere una questione ovviamente interna all’ebraismo, ma anche rilevante per definire il nostro ruolo di ebrei nella società italiana.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas

notizie flash   rassegna stampa
Alemanno inviterà Gilad Shalit a Roma
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Il sindaco di Roma Alemanno andrà presto in Israele per invitare nella capitale Gilad Shalit, il soldato israeliano liberato pochi giorni fa dopo 5 anni di prigionia nelle mani di Hamas. Lo ha annunciato lo stesso Alemanno. Roma ha conferito in passato la cittadinanza onoraria a Shalit. Il Campidoglio sosterrà la proposta di assegnare al militare israeliano il Premio Nobel per la Pace. La Comunità ebraica romana accompagnerà con propri esponenti il viaggio del sindaco.
 

Se qualcuno si era fatto delle illusioni sulla "primavera araba", oggi è il giorno giusto per abbandonarle. Dopo la vittoria alle elezioni tunisine del partito islamista "moderato" (abbastanza moderato per essere fuori legge prima delle rivolte e per essere affiliato alla Fratellanza Islamica), e la proclamazione della sha'aria come fonte del diritto in Libia, il quadro è chiaro: "La primavera araba è un buco nero" (Fiamma Nirenstein, Il giornale).

Ugo Volli












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