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25 novembre 2010 - 18 Kislev 5771
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Riccardo Di Segni
Riccardo
Di Segni,
rabbino capo
di Roma

Secondo una suggestiva ipotesi di ShaDaL, la parola ebraica che indica il sacro, qodesh, deriva da yeqod-esh, bruciato nel fuoco. Il fuoco richiama il sacro, suscita emozioni profonde, ma è un "sacro" che può prendere direzioni di ogni tipo. I nazisti per eliminare fisicamente e simbolicamente la cultura che consideravano degenerata, bruciarono i libri in roghi pubblici, in una sorta di sacrificio demoniaco. Ma avevano illustri precedenti, come il rogo del Talmud in Campo de' Fiori a Roma nel Settembre 1553 che ricorderemo in una cerimonia pubblica nella stessa piazza questa domenica, in presenza di rav Steinsaltz. Non basta accendere il fuoco per fare un atto sacro. 
Sergio
Della Pergola
Università Ebraica
di Gerusalemme

Della Pergola
Secondo un nuovo rapporto di ricerca che ho pubblicato questa settimana, nel corso dell'ultimo anno il numero degli ebrei nel mondo è aumentato di 80.000 persone e ha raggiunto un totale stimato a 13.428.000. L'incremento è interamente dovuto alla crescita di Israele la cui popolazione ebraica è giunta a 5.704.000, su un totale di 7.552.000 abitanti. Di questi, 313.000 sono membri non ebrei di famiglie ebraiche immigrate, e oltre un milione e mezzo sono arabi. Nel resto del mondo, il numero degli ebrei è sceso quest'anno di 15.000 unità. Israele rappresenta oltre il 42 per cento del totale mondiale, grazie a una popolazione ebraica ancora giovane con un'età mediana di poco oltre i 30 anni e 2,9 figli in media per donna. Nella Diaspora l'età mediana è ben oltre i 40, e il numero di figli ebrei è ben al di sotto dei 2. Il 42 per cento di tutti gli ebrei nella Diaspora si sposano con partners non ebrei. Ma anche Israele ha le sue preoccupazioni demografiche. L'intera popolazione presente sul suolo dalle rive del Mediterraneo al fiume Giordano ha raggiunto la cifra notevole di 11.445.000, inclusi 2.200.000 palestinesi in Cisgiordania e 1.470.000 a Gaza, oltre a 222.000 lavoratori stranieri. Rispetto a questo grande e diverso aggregato umano - maggiore rispetto a paesi come la Svizzera, l'Austria, la Svezia, il Belgio, il Portogallo e la Grecia - la popolazione ebraica costituisce il 49,8 per cento (appena meno della metà!), che diventano il 52,6 per cento se si incorporano gli oltre 300.000 parenti oriundi non di religione ebraica. Se si escludono Gaza - dove non vi è presenza israeliana - e la realtà provvisoria dei lavoratori stranieri, la maggioranza ebraica con gli oriundi sale al 61,7 per cento, e se si escludono anche i palestinesi della Cisgiordania, tale maggioranza sale al 79,7 per cento. L'intero documento può essere scaricato dal sito della North American Jewish Data Bank.

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davar
Marco Gesuà Sive Salvadori (1928-2010) 
SalvadoriMarco Gesuà Sive Salvadori era un discendente di un’antica famiglia di ebrei Levantini, di quelli che hanno iniziato a popolare il ghetto di Venezia dalla metà del ‘500 e sono stati una delle anime popolari dell’ebraismo lagunare. Marco ne era in qualche modo l’impersonificazione: legatissimo alla tradizione ebraica, ne faceva nel contempo una bandiera identitaria da inserire a pieno titolo nella vita della sua città. Aveva “bottega”, e trasportava il materiale usando la sua barca (sarebbe stato furgoncino nelle città con strade normali) dipinta di azzurro e bianco e orgogliosamente chiamata “Israel”. Era un grande appassionato ed esperto di voga alla veneta, e per decenni era riuscito ad ottenere il pettorale n.1 della Regata Storica: ne faceva un punto d’onore, e aveva passato notti di veglia per ottenerlo, perché era importante - diceva - che il gruppo sportivo ebraico veneziano fosse presente e visibile.
Marco era stato partigiano, non era tipo da nascondersi e basta, aveva deciso che la libertà andava anche conquistata. E negli ultimi anni era stato l’anima della testimonianza per le nuove generazioni. Sempre in prima fila alle manifestazioni cittadine del 25 aprile in ghetto (perché a Venezia quella ricorrenza è festa cittadina ed ebraica nel contempo), con la sua bandiera e il fazzoletto partigiano al collo, era spesso nelle scuole a raccontare la sua storia, commuovendosi sempre e coinvolgendo in maniera travolgente gli studenti, che rimanevano incantati ad ascoltare questo eroe contemporaneo. Quando una figura come Marco scompare, in una piccola Comunità come Venezia, è come se morisse un mondo intero, viene a mancare un pilastro insostituibile perché su di lui si concentravano elementi forti come il saldo legame con la città e il territorio, e la straordinaria forza di trasmissione di una tradizione ebraica non solo passivamente ricevuta, ma interpretata con determinazione. I figli e i nipoti di Marco hanno ereditato da lui tutto questo, sono grandi esperti di voga alla veneta e nel contempo non c’è chi li eguagli nell’intonare con forza e con dolcezza le antiche melodie di schola levantina. La tradizione continua, ma il vuoto per la perdita di Marco rimane incolmabile. Che la terra gli sia lieve.

Gadi Luzzatto Voghera

Lello Perugia (1919-2010)
SalvadoriA lui Primo Levi si era ispirato attribuendogli il personaggio di Piero Sonnino in Se questo è un uomo e di Cesare ne La Tregua in cui viene narrato il viaggio di ritorno dal campo di sterminio di Auschwitz che entrambi avevano compiuto a proprie spese. Lello Perugia uno “dei testimoni delle pagine più tristi della nostra storia contemporanea”, come lo ha definito in un comunicato ufficiale Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, è morto ieri all'ospedale san Camillo dove era da tempo ricoverato. Nato a Roma il 31 ottobre 1919, Perugia fu catturato da partigiano in Abruzzo e da qui condotto nelle carceri romane di via Tasso e di Regina Coeli, dove fu torturato prima di essere caricato sull'ultimo vagone piombato in partenza da Roma per Fossoli e poi ad Auschwitz e ancora al campo di lavoro di Monowitz, con la matricola A15803.
Lello Perugia era cresciuto in una famiglia impegnata politicamente, sua nonna Emma Dell'Ariccia, era fra i fondatori del partito comunista, era entrato nella Resistenza, ma quando fu catturato “preferì dichiararsi ebreo piuttosto che partigiano”, come ricorda Piero Terracina, che di Perugia fu amico e compagno di sventura.
Al suo ritorno fu dirigente dell'Anpi e dell'Aned a cui dedicò tutta la sua vita. ''Con Lello Perugia scompare un uomo che, dopo essere sopravvissuto al campo di sterminio nazista di Auschwitz, ha accettato di mettere la propria tremenda esperienza a disposizione dei più giovani, per creare in loro gli anticorpi che possono contribuire a impedire il ripetersi di simili tragedie per l'umanità”, ha dichiarato Nicola Zingaretti.
Sulla stessa linea il sindaco di Roma Gianni Alemanno che di Perugia ammira “il prototipo di ebreo vittima non passiva della persecuzione'' .
Il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici nell'esprimere il cordoglio di tutta la Comunità ebraica rivela la propria preoccupazione per “l'assottigliarsi del numero dei sopravvissuti, e questo, - sottolinea Pacifici - pone il problema di come tramandare la testimonianza e la memoria della Shoah". Pacifici ribadisce, al proposito, la necessità di lavorare su due fronti entrambi fondamentali per contrastare il negazionismo: quello della "formazione di nuove leve che possano prendere il testimone della Memoria" e l'approvazione di una "legge anti-negazionismo".

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pilpul
Eccetera eccetera
immagineDeve essere che la memoria umana nel divenire Storia assume forma di date, scoperte, e naturalmente guerre. Al contempo, deve essere che con la fine del processo esistenziale, la cappero di vita e la iellata morte, la memoria individuale cessa di essere - che abiti un altro mondo, non ne abbiamo solida certezza, ma volonterosa speranza. Ecco che in definitiva la questione del perdono ebraico ai tedeschi di oggi si propone in due modi. Il primo è legato al fenomeno dell'evaporazione dei corpi solidi a prevalente contenuto acquoso, cioè le persone con la loro individuale esperienza - i lager e l'orrendo eccetera. Svanendo l'eccetera, il valore effettivo del perdono decresce del 98,205 per cento. Quanto vale che XY di Degania perdoni WK di Norimberga? Vediamo: il  perdonatore di Degania non ha esperienza diretta dell'orrendo eccetera. Ne ha sentito parlare a casa e lo vede negli incubi.
Il perdonato di Norimberga nel 1943 non era presente nemmeno come particella spermatica, non ha mai ricevuto il racconto della Cosa e quando ha avuto notizia di essere stato perdonato dal 23 per cento degli israeliani credeva fosse per una multa di divieto di sosta ricevuta a Haifa e mai pagata. Per il resto, suo nonno Wolf non gli ha mai parlato della Cosa, o men che meno ha parlato della Cosa al processo di Norimberga dove era presente ma nella prudente forma di usciere sordomuto. 
Io non c'ero, tu non c'eri e tuo nonno che non c'era neanche quando c'era, ora non c'è proprio.

Il Tizio della Sera

Facebook - Ricordi, sogni e personaggi
immagineE' da poco terminata la settimana dei diritti per l’infanzia che ha visto il popolo di Facebook mobilitarsi con una risposta massiccia all’invito dei gestori del social network a sostituire la foto del proprio profilo con l’immagine di un personaggio preso in prestito dal mondo dei cartoni animati.
immagineMolti internauti hanno ripescato nei ricordi talvolta offuscati dell’infanzia mostrando sensibilità e passioni mai sopite.
Almeno altrettanti hanno scelto personaggi di recente invenzione che immaginemagari spopolano sugli zainetti dei loro figli o nipoti.
Le pagine di Facebook sono state così invase da un esercito pacifico di eroi della Disney, manga giapponesi e via dicendo. E nonostante la settimana dell’infanzia sia terminata ormai da giorni, ad oggi sono ancora numerosi gli utenti che immaginehanno mantenuto inalterata la foto del profilo prolungando ancora per qualche istante il tuffo nei ricordi e nelle emozioni della gioventù.
Fanno parte di questa schiera di sognatori molte persone legate in vario immaginemodo alla nostra redazione, praticanti giornalisti e collaboratori, leader ebraici e Consiglieri di comunità, sulle cui pagine siamo andati a curiosare in queste ore.
Naturalmente non potevamo che partire dal profilo dello scrittore e
immagine giornalista Alessandro Schwed, fresco autore del libro Mio figlio mi ha aggiunto su Facebook che è dedicato proprio al social network ideato dal genio di Mark Zuckerberg.
Sulla sua pagina il popolare Giga Melik punta sulla coppia Wallace e Gromit, inventore fanatico del formaggio e cagnolino dotato di grande immagineintelligenza protagonisti di una recente serie di cortometraggi inglese.
Guardando all’interno della nostra redazione, Rossella Tercatin per una volta tradisce l’amatissima Disney e opta per il saggio re Babar, elefante sovrano di Celestopoli in eterna lotta contro i rinoceronti di Lord Rataceaimmagine mentre il suo collega Michael Calimani conferma di essere lettore accanito di manga con la scelta di Gemini dei cavalieri dello zodiaco e chi scrive si immedesima nelle disavventure del pasticcione Jet McQuack, scapestrato pilota della famiglia dei paperi nella saga DuckTales.
immagineAnche il giornalista Guido Vitale, che è coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, partecipa a sorpresa al gioco innalzando l'effige di Woody Woodpecker, il volatile anarcoide, cocciuto e indiavolato firmatoimmagine da Walter Lantz (in Italia è noto come Picchiarello).
Il Consigliere della Comunità ebraica di Torino Ada Treves sceglie invece l’ardore della combattiva spadaccina Lady Oscar, mentre la fata Smemorina di Cenerentola colora di magia e incantesimi la immaginepagina di Daniela Misan, docente e componente del comitato scientifico del giornale per bambini Daf Daf.
immagineSospira con il romanticismo di Paperina la psicologa Sara Funaro mentre è più misteriosa la pagina della presidente della Comunità ebraica di Merano Eli Rossi Innerhofer con Capitan Harlock e ci porta nel mondo della pallacanestro quella del coordinatore del Maccabi Trieste e collaboratore di Daf Daf Giampaolo Bevitori, che non ha immaginedimenticato il mitico Gigi la trottola.
Emozioni sportive anche se di tipo automobilistico per il consigliere della 
Comunità ebraica di Firenze Daniele Coen che posta un primo piano di Ken Falco e smaliziata simpatia sulla pagina del consigliere del masterimmagine di formazione Hans Jonas Dora Piperno, che pubblica un’immagine birichina della strega Ransie.
Curiosando infine in area Ugei scopriamo che Benedetto Sacerdoti è un fan del coniglietto Tippete, Federico Raccah apprezza il immagineghiotto gatto Doraemon e l’ex consigliere Ariel Techiouba si è fatto conquistare da Dug il cane parlante.


Adam Smulevich (Jet Mc Quack)



Champions League - Storica goleada dell'Hapoel Tel Aviv
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notizieflash   rassegna stampa
Studiosi islamici rimuovono
il divieto al dialogo con gli ebrei
  Leggi la rassegna

Con un proclama ufficiale un gruppo di studiosi dell'Università Al Azhar, la più antica università islamica al mondo con sede al Cairo, hanno comunicato la rimozione del divieto al dialogo con gli ebrei. "Bisogna tener conto del fatto che si tratta di questioni molto delicate ... Non posso rivelare quanto difficile sia stato formulare il documento. Le persone che hanno portato avanti questa posizione sono incorse in grandi rischi...
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