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18 novembre 2010 - 11 Kislev 5771
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Riccardo Di Segni
Riccardo
Di Segni,
rabbino capo
di Roma

Una ragazzina nomade (ma pare che fosse nipote di un pezzo grosso) viene rapita e violentata dal figlio del signorotto locale, asino di nome e di fatto. Lei forse alla fine ci sta, ma i fratelli di lei non lo sopportano; si vendicano e fanno una strage. Il padre non apprezza il gesto dei figli e gli annuncia un futuro di esiliati. I figli protestano: "e che nostra sorella deve essere trattata come una escort?". Parashà della settimana, Genesi cap. 34. 
Sergio
Della Pergola
Università Ebraica
di Gerusalemme

Della Pergola
Giuliano Ferrara è un amico che ha preso tante volte posizioni coraggiose e controcorrente di fronte al becero andazzo anti-israeliano e anti-ebraico. Nel suo articolo sul Foglio del 15 novembre, però, mi sembra abbia preso un grande abbaglio. Quando parla degli insediamenti in Cisgiordania, è abbastanza vero che non ci dovrebbero essere "aree off limits per gli ebrei in Palestina, e finché le forze politiche palestinesi rivendicheranno la cacciata dei coloni dagli insediamenti, vuol dire che vogliono la cacciata di Israele, il primo e più grande insediamento, da quella che considerano la loro terra". Ed è vero che "una volta sradicati gli insediamenti, come a Gaza, bruciano le sinagoghe, crollano le pietre, vince l’estremismo fondamentalista". Ma è sbagliato dire che "i settlers sono quella avanguardia che offre con una vita di pazzesco eroismo quotidiano radici territoriali e civili all’albero della madrepatria, quella dei confini originari e riconosciuti dalla comunità internazionale ma non dai vicini di casa dello stato ebraico". I confini originari del Mandato Britannico del 1922 sono deceduti da lungo tempo, come lo sono i confini riduttivi della guerra di Indipendenza del 1948. Il Sionismo come movimento di liberazione del popolo ebraico, e lo stato d'Israele come suo strumento politico non hanno mai avuto una vocazione territoriale massimalista basata su diritti storici, seppure inconfutabili e inalienabili. Da Herzl in avanti, il Sionismo ha invece sempre perseguito una soluzione ai problemi del collettivo ebraico basata sul diritto pubblico, sul negoziato, e quindi anche sul compromesso e la rinuncia. Il "pazzesco eroismo" dei singoli avanguardisti, in quei casi purtroppo non infrequenti in cui contravviene alle regole dello stato di diritto - e Israele, è bene ricordarlo, è uno stato di diritto - non promuove l'interesse del collettivo. Semmai lo danneggia.

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davar
Qui Roma - Musei in musica, il sabato notte della Capitale 
locandinaE' uno degli appuntamenti più attesi il primo concerto acustico a Roma del chitarrista israeliano Idan Raichel che si esibirà questo sabato alle ore 22 alla Casa dell'Architettura nell'ambito della manifestazione “Musei in Musica” giunta alla sua seconda edizione promossa da Roma Capitale in collaborazione con il ministero per i Beni e le Attività Culturali e organizzata da Zetema Progetto Cultura.
Ad essere coinvolti nella notte dei Musei saranno quarantasette siti culturali della città con oltre 100 eventi musicali concerti di musica jazz, classica, sacra, canti popolari, bossa nova e altri generi. Fra questi anche il Museo Ebraico di Roma e il Tempio maggiore che aprirà le porte per ospitare due concerti di musica liturgica, uno alle 20.30 e uno alle 22.30, eseguiti dal Coro del Tempio Maggiore diretto dal maestro Claudio Di Segni. Il Coro, presentato dal professor Pasquale Troìa, e accompagnato dalla voce del rav Avraham Alberto Funaro e dall'organista Angelo Spizzichino, eseguirà i canti più significativi delle festività ebraiche dall'Hanneroth hallalù (Questi lumi) della vicina festività di Chanukkah a Yafuzu'oyevecha (Si disperdano i tuoi nemici) della festa di Simchath Toràh, ma anche i canti del matrimonio ebraico e quello della benedizione sacerdotale.

Qui Roma - Dimissioni dal Consiglio 
E' crisi nel Consiglio della Comunità ebraica romana: dieci Consiglieri della minoranza, opposta alla maggioranza guidata da Riccardo Pacifici, si sono dimessi. A norma di Statuto infatti se un terzo degli eletti (in questo caso erano 28) si dimette, a cadere è l'intero Consiglio e quindi la Giunta di maggioranza che regge la Comunità, presieduta appunto in questo caso da Pacifici. Le dimissioni - secondo quanto si apprende - sono avvenute in fase di discussione del bilancio della Comunità. La Giunta attuale resterà in carica per la normale amministrazione fino alle nuove elezioni che dovranno essere indette dalla presidenza: la data di cui si parla è quella di marzo. La riforma dello Statuto sarà discusso in sede di congresso nazionale dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in programma dal 5 all'8 dicembre prossimi. Tra le proposte, non solo la modifica della legge elettorale in senso proporzionale, ma anche la revisione dell'articolo che stabilisce attualmente la soglia per le dimissioni dell'intero organismo di un terzo dei consiglieri; dovrebbe essere innalzata a metà.

Ansa, 17 novembre 2010

La riscoperta del Piemonte ebraico
Sinagoga di MondovìFossano, Mondovì, Cherasco. L’orma ebraica è rimasta intatta in queste piccole città piemontesi. Intatta ma per lo più sconosciuta. Con la progressiva scomparsa delle comunità, la memoria si è affievolita e con il tempo la polvere ha coperto la storia, la vita, le tradizioni degli ebrei di quei luoghi. Riportare alla luce questo affascinante passato, il suo legame con il presente immaginiamo sia stato il Leitmotiv delle ricerche, degli studi che hanno prodotto i libri Vita Ebraica a Fossano (ed. Fondazione Sacco), Ebrej, Via Vico. Mondovì XV-XX secolo (ed. Zamorani) Gli Ebrei di Cherasco (ed. Zamorani). Tre volumi simili e al contempo diversi per modalità di ricerca, trattamento degli argomenti, documentazioni ma tutti accomunati dal tentativo di riscoprire il Piemonte ebraico. “Il nostro lavoro non è antiquariato - spiega Luciano Allegra, docente di Storia all’Università di Torino nonché curatore del libro su Fossano, presentato domenica proprio a Fossano - non cercavamo aneddoti ma volevamo studiare nel profondo le strutture; scoprire quanto le specificità della realtà ebraica abbia influito sulla città e ne abbia modellato la fisionomia”.

locandinaGli ebrei non ci sono più ma la loro presenza continua a farsi sentire. Così come accade a Mondovì che da pochi anni ha perso l’ultimo suo cittadino ebreo, Marco Levi. “Personalmente il volume nasce dal desiderio di dare continuità all’aspirazione di mio zio Levi di far rivivere la storia della comunità monregalese”, raccontava ieri il professor Guido Neppi Modona, ex presidente della Corte Costituzionale, in occasione della presentazione al centro sociale torinese di Ebrej, Via Vico. Mondovì XV-XX secolo. Marco Levi, infatti, ha dedicato parte della sua vita a ricostruire la storia della Comunità ebraica di Mondovì, impegnandosi in prima persona nella ristrutturazione della splendida sinagoga locale. “Il volume - afferma lo storico Alberto Cavaglion, curatore del libro - è stato un modo per rendere omaggio a una figura che appartiene alla mitologia dell’ebraismo piemontese. Sin dall’infanzia, infatti, ho sempre visto Marco Levi come un eroe dell’antica Grecia; aveva un modo straordinario, eclettico, caloroso di portare avanti la sua idea di ebraismo”.

locandinaTornando alle tre opere citate, sono il frutto della collaborazione fra diversi studiosi e in esse si raccontano e ricostruiscono secoli di storia degli ebrei piemontesi: dai ghetti (via Vico è proprio la strada del ghetto monregalese) all’emancipazione, al dramma della Shoah. “Questi saggi - spiega il professor Fabio Levi, direttore del Centro Internazionale di Studi Primo Levi - permettono di consolidare la storia, di sedimentare la memoria. Aiutano ad affrontare diversi temi come il superamento del pregiudizio”. Il professore Levi, in questo caso, fa riferimento al volume su Mondovì ma crediamo che il discorso possa essere generalizzato.
Ma cosa spinge questo tentativo di riscoperta? “Facendo un discorso più ampio - spiega lo storico Luciano Allegra - viviamo nell’era della globalizzazione, epoca in cui l’identità è minacciata dal conformismo che disorienta le persone.

locandinaA questo disorientamento alcuni tentano di rispondere con la ricerca delle proprie radici, con la volontà di riscoprire chi sono e chi erano. Per il mondo ebraico - aggiunge Allegra - la questione è più complicata a causa delle sue specificità. Comunque se penso ad esempio alle ricerche sugli ebrei in Puglia, in Calabria o in Sicilia, vedo il profondo impegno, la buona volontà dei singoli”.
Attivismo e ricerca delle radici come motore della riscoperta del Piemonte ebraico, realtà dall’immenso patrimonio storico, culturale e religioso. Fossano, Mondovì e Cherasco ne sono un esempio.



Daniel Reichel

(Nell'immagine in alto l'interno della sinagoga di Mondovì)

Qui Firenze - Confronto aperto su bilanci e futuro
dibattitoDiscreta partecipazione di pubblico all’assemblea degli iscritti alla Comunità ebraica di Firenze svoltasi ieri sera in Sala Servi con ordine del giorno l’approvazione del bilancio preventivo per l’anno 2011. Nell’introdurre la relazione del consigliere con delega al bilancio e alle finanze Daniele Coen, il presidente della Comunità ebraica Guidobaldo Passigli ha parlato di situazione finanziaria parzialmente migliorata grazie ai benefici derivati dalla recente cessione di un immobile e ai segnali confortanti provenienti dal turismo con una significativa crescita di presenze tra sinagoga e museo negli ultimi mesi oltre alla riduzione dell’organico della Comunità. Il consigliere Coen, pur delineando un quadro molto delicato sotto varie voci di bilancio, ha sottolineato alcuni aspetti positivi come il buon risultato recentemente ottenuto dal negozio di oggettistica interno alla sinagoga e il drastico abbassamento delle spese per le utenze, prevedendo inoltre per l’anno prossimo il rientro economico di alcuni importanti investimenti effettuati con i proventi dell’Otto per Mille e un incremento delle entrate dai contributi culto dei singoli iscritti in seguito all’aumento della quota annuale di iscrizione. Al termine della relazione di Coen è seguito un dibattito animato, moderato dal presidente dell’assemblea Renzo Ventura, che ha registrato momenti di tensione quando sono stati sollevati alcuni punti che non vedono una lettura omogenea da parte degli iscritti. Nel corso del dibattito è intervenuto  tra gli altri il vicepresidente della Comunità Franco Ventura che ha invitato a non sottovalutare alcuni aspetti che emergono dall’analisi del bilancio. In particolare Ventura ha evidenziato lo scarso peso complessivo dei contributi degli iscritti nel computo delle entrate totali della Comunità invitando gli ebrei fiorentini a uno sforzo economico maggiore per garantire una ottimale erogazione dei servizi e sollecitando un incremento di attività volontaristica che al momento è ritenuta ancora piuttosto scarsa rispetto al potenziale a disposizione. La lettura di Ventura è stata condivisa dal consigliere David Fargion, che ha tra le sue deleghe la riscossione dei tributi e che si è soffermato sulle difficoltà di reperimento dei contributi da parte dei singoli iscritti (che spesso danno alla Comunità meno di un euro al giorno) aggiungendo come in alcuni casi i crediti maturati negli anni abbiano raggiunto importi di entità considerevole. Tra i vari punti affrontati nel corso del dibattito, conclusosi con l’approvazione del bilancio, hanno registrato un particolare coinvolgimento dei presenti anche le sfide del fund raising e della partecipazione finanziaria di istituzioni bancarie e pubbliche esterne alla collettività ebraica, il riallacciamento dei rapporti tra Comunità e iscritti e la quotidiana soddisfazione dei bisogni di questi ultimi da parte dell’ente comunitario.

Adam Smulevich

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pilpul
Precisazione
immagineNon è in questione se l'altro giorno il chirurgo ebreo dovesse o meno operare il malato nazista, perché veramente i malati andrebbero curati. Si è trattato solo di un fatto pratico di cui tenere conto: il bisturi tagliava troppo bene e nell'entusiasmo dell'operazione c'era il rischio di forare il pavimento. E va bene, il Tizio della Sera ha provato a riderci sopra. Sa come tutti che nell'uomo esistono odi improvvisi, oppure odi che covano dato che il tempo mantiene bene l'avversione sotto la cenere, e qui di cenere ve n'è un'infinità. Però, riflette il mattino dopo il Tizio della Sera, che in definitiva non pensa solo la sera, la precisazione della precisazione è che per i nazisti non prova più un odio fresco, di quello appena sgorgato. Solo se li vede nel loro presente, che marciano in un film o in un veridico documentario in bianco e nero con gli stivali tesi nell'aria, vorrebbe essere lì con un cannone e maciullarli insieme al loro capetto col ciuffo. Altrimenti la questione della Shoah prosegue nei cuori delle generazioni ebraiche. Lo fa in silenzio, lo fa in paura e lo fa nella tristezza - la peggiore povertà che ci sia. E certi giorni questa povertà si fa viva.
Il Tizio ricorda come andò che il piccolo Tizio apprese del fatto. Il piccolo Tizio non seppe fino agli otto anni della distruzione dei corpi ebraici. Nessuna parola della scomparsa cinerea degli zii, della nonna e dei cugini. Eppure già prima, molto prima, il piccolo Tizio aveva saputo del fatto attraverso le pareti dell'aria. Succedeva la sera, quando doveva andare a letto. Aveva cinque anni il piccolo Tizio, e camminava nel corridoio lunghissimo. Nessuno aveva lasciato la meravigliosa luce accesa e il corridoio era al buio. A un tratto, il piccolo Tizio si metteva a correre perché immaginava che dal buio spuntassero le mani secche di mille e mille morti, che lo volevano subito con sé. E sentiva che lo sfioravano, che lo facevano anche se non le vedeva, anche se correva. Volava in camera e si tuffava nella tenda immacolata delle lenzuola - e tutto finiva. Adesso era a casa con gli amici che aveva inventato. Ma da dove venissero quei morti e chi fossero, il piccolo Tizio non lo sapeva. Non da un film, non da racconti. Li chiamava i Vecchi. Stava già riscuotendo l'eredità ebraica, e l'eredità veniva dal buio.

Il Tizio della Sera

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notizieflash   rassegna stampa

Harry Potter? Riposa in Israele
 
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Adesso che la prima parte dell’ultimo capitolo della saga di Harry Potter è nelle sale cinematografiche ci si chiede cosa ne sarà del maghetto inglese che ha fatto impazzire milioni di adolescenti una volta proiettata sui maxischermi le parole The End. Continuerà a imperversare sugli schermi con un seguito tipo Harry Potter 2 la vendetta o qualcosa del genere oppure la celeberrima saga fantasy è davvero arrivata al capolinea come dice la sua autrice Joanne Rowling?
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