NETTA LA CONDANNA DELLE ISTITUZIONI ORTODOSSE  

Conversioni, leggi dello Stato e Halakhah
La sentenza dell’Alta Corte divide Israele

L’ultima sentenza dell’Alta Corte israeliana ha rilanciato il dibattito sui rapporti tra leggi dello Stato, giurisprudenza e Halakhah (la legge ebraica). Nel merito, i giudici hanno stabilito che chi si converte all’ebraismo in Israele attraverso i movimenti reform e conservative deve essere riconosciuto come ebreo ai fini della Legge del Ritorno. Con il diritto quindi di ottenere la cittadinanza.
Già dal 2005, sottolineano i giudici, il ministero degli Interni riconosce le conversioni di queste due correnti quando effettuate all’estero. Questa sentenza le estende dunque anche alle conversioni fatte in Israele, e fa riferimento solamente a chi può essere considerato ebreo per la Legge del ritorno.
Il provvedimento, aggiunge la Corte, non entra nel merito del riconoscimento di chi è ebreo secondo la Halakhah. La sentenza potrà ora essere modificata attraverso una decisione della Knesset. Proprio l’assenza di un intervento del legislatore, atteso da molti anni ha spinto la Corte a dare una risposta a una petizione presentatale oltre quindici anni fa. Una decisione che però ora sta dividendo l’opinione pubblica. Molto duro l’intervento del rabbino capo d’Israele, rav David Lau: “Coloro che si sono convertiti all’ebraismo in una conversione reform o simile non sono ebrei. Nessuna decisione dell’Alta Corte di un tipo o di un altro cambierà questo fatto”.

(Nell'immagine la Corte suprema di Israele) 

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LA REAZIONE DEI RABBINI ITALIANI 

"Una sentenza lacerante, che divide il mondo ebraico"

La sentenza dell'Alta Corte israeliana è oggetto, in queste ore, di un'approfondita analisi anche da parte del rabbinato italiano. Queste le prime prese di posizione. 
Molto critico rav Elia Richetti, in passato presidente dell'Assemblea rabbinica italiana. "Questa sentenza - afferma - rischia di creare una lacerazione fortissima. E non solo in Israele. Tutte le Comunità della Diaspora, per riverbero, ne saranno toccate. Diversi aspetti collegati alla sentenza incideranno infatti in modo negativo sulla vita dell'intera collettività ebraica". 
Il rav esprime parole molto nette: "Faccio un paragone, per essere il più possibile chiaro. Il fatto che persone che non hanno competenze di Legge ebraica si siano espresse su un simile tema lo pongo sullo stesso livello di chi medico non è e decide come curare un paziente; di chi ingegnere non è e si mette a costruire un edificio. Situazioni per cui, in genere, si va nel penale". 
Per rav Richetti si tratta di una sentenza doppiamente sbagliata: non solo nei contenuti, ma anche nei tempi. "Sbagliatissimo intervenire così, ad appena poche settimane dal voto per le elezioni politiche. Un'ingerenza del tutto inopportuna". 
Lapidario il rav Alberto Moshe Somekh, che commenta: "La sentenza dell'Alta corte sui giurim crea una spaccatura irreversibile in seno al popolo ebraico. La responsabilità di questo fallimento è di tutti". 

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LA SERIE TV PRODOTTA DA BARBRA STREISAND 

Una nuova sfida per la star di Unorthodox:
sarà Golda Meir, prima donna leader di Israele

Diventata una star internazionale nei panni di Esty, la giovane protagonista della serie tv “Unorthodox”, l’israeliana Shira Haas è tra le attrici più contese del momento. Venticinque anni appena, in lizza fino a poche ore fa per la vittoria di un Golden Globe, è attesa da una sfida di recitazione davvero affascinante: sarà infatti lei, riportano alcuni organi di stampa americani, a interpretare Golda Meir, figura simbolo dello Stato d’Israele, in una serie interamente incentrata sulla sua vita prodotta da Barbra Streisand.
La serie, basata sulla biografia Lioness: Golda Meir and the Nation of Israel scritta nel 2017 da Francine Klagsbrun, dovrebbe ripercorrere tutte le tappe più significative di un’esistenza straordinaria. Da Kiev dove era nata nel 1898, agli anni della formazione negli Stati Uniti, all’avventurosa emigrazione nella Palestina mandataria degli Anni Venti, alle molte esperienze di governo che hanno segnato la sua vita fino alla morte, avvenuta a Gerusalemme nel 1978. A partire naturalmente dall’incarico di Primo ministro, la prima donna nel suo Paese a raggiungere questa posizione, ricoperto dal ’69 al ’74
Streisand non ha mai nascosto la sua ammirazione per la grande statista israeliana. Circola anche in rete una meravigliosa conversazione a distanza tra le due donne, in occasione di una serata celebrativa per i 30 anni dello Stato ebraico. Golda Meir sarebbe morta pochi mesi dopo. 
 

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Fuga su Marte
L’adagio popolare dice: “Ba’al hameà hu ba’al hade’à”. Sfruttando l’assonanza fra meà e de’à, dice in pratica che chi ha i soldi decide. In ebraico è un modo di dire così tanto diffuso da far pensare che sia una fonte classica, ma non lo è. Saggezza contemporanea, o a pescar proprio lontano c’è chi sostiene che sia tradotta dall’yiddish.
Ultimamente occorre stare particolarmente attenti a ciò che dice Elon Musk, che sembra avere il potere di far schizzare il valore di qualsiasi cosa tocchi o menzioni… ma non è di soldi che voglio parlare qui quanto di idee. Uno dei “pallini” di Musk, come è noto, è l’arrivo su Marte.
Rav Michael Ascoli
La riflessione da fare
Per salvarci dalla pandemia dobbiamo ricorrere a un generale dell’esercito! Ma come ci siamo arrivati, e chi ci ha portato a questo punto, di recente e negli ultimi decenni? Sarà bene che il paese ci pensi, se si vuole risollevare.
Dario Calimani
Nuove teorie
Le teorie sugli ebrei debbono essere supportate da una fantasia senza pari se ogni tanto ne sorgono di nuove, connotate da una fantasia che non possedevano nemmeno i Fratelli Grimm, Charles Perrault e Hans Christian Andersen.
Emanuele Calò
Fotogrammi di memoria 
Da vari anni il Liceo Classico Cavour di Torino ospita due sezioni di Liceo della Comunicazione, che è come dire una scuola particolarmente indirizzata nel settore dei media, volta cioè a favorire negli studenti una capacità di lettura e di produzione che permette loro di raggiungere uno sguardo più aperto e consapevole.
 
David Sorani
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La forza di Israele 
Sul Corriere della Sera, Aldo Cazzullo, discutendo degli errori dell’Europa sui vaccini, rileva che “per tacere del miracolo israeliano, dove il peso internazionale di un leader sia pure contestato come Netanyahu ha incrociato la forza morale e organizzativa di una nazione per cui il concetto di guerra a un nemico comune non è un’idea astratta…”.
Roberto Jona
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