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L'Unione informa
 
    10 maggio 2008 - 16 Yiar  5769  
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Moked - il portale dell´ebraismo italiano
alef/tav    
  Benedetto Carucci Viterbi Benedetto Carucci Viterbi, 
rabbino 
"Ben Zomà diceva: “Chi è veramente ricco? colui che si accontenta della sua parte" (Avot 4, 1). Da recapitare a Madoff. 
La realtà è più avanti dei desideri di qualcuno. Per esempio: l’Italia è un paese multietnico. E’ sufficiente andare sui mezzi pubblici per accorgersene. Tuonare perché non lo diventi è parlare di un paese che non c’è e serve solo a gestire la realtà godendo continuamente dei frutti elettorali che quella realtà consente di utilizzare.
Parallelamente si sguazza nella globalizzazione facendo finta di pensare a risposte strutturali a cui in realtà nessuno pensa. La realtà di quei territori in cui è più forte il verbo anti immigrazione, dice che gli indicatori d’integrazione sono tra i migliori del nostro paese. E allora perché tuonare tutti i giorni? Perché non dire che quel dato è positivo? Perché la fine della questione dell’immigrazione anziché come un successo sarebbe percepita come la possibile perdita di consenso. Così non si tratta di diminuire la paura, ma di solleticare la disponibilità ad averla.
David Bidussa,
storico sociale delle idee 
David Bidussa  
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  Visita Papa Il viaggio del Papa e il rilancio del dialogo
Intervista al presidente Renzo Gattegna


"Il viaggio del Papa è un evento cercato e voluto sia da parte ebraica sia da parte cattolica che segnala una forte volontà di dialogo e d’amicizia”. Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, commenta così l’imminente visita in Israele del Pontefice che in queste ore lo vede in partenza per Gerusalemme. Da domani mattina il presidente Ucei presenzierà infatti agli eventi che scandiranno, con forte simbologia, la presenza di Benedetto XVI: l’incontro nella residenza di Simon Peres, l’omaggio alle vittime della Shoah a Yad Vashem e infine un importante meeting interreligioso.
“Quello del Pontefice è un viaggio importante – dice il presidente Gattegna – che non avrebbe però senso se non si proponesse di rilanciare il dialogo e la comprensione reciproca. Non si deve infatti dimenticare che questa visita è stata auspicata proprio nei momenti in cui si registravano tensioni e incomprensioni tra le parti. E che la decisione del Papa è stata recepita e interpretata come il segnale di una volontà d’amicizia”.
Dopo un periodo alquanto burrascoso sembra dunque prospettarsi l’avvio di una nuova fase positiva nelle relazioni fra ebrei e cristiani destinata a culminare, in autunno, con l’annunciata visita di Benedetto XVI alla sinagoga di Roma. “In una società moderna – dice Renzo Gattegna – il ruolo di tutte le religioni dev’essere quello di perseguire la pacifica convivenza e la fratellanza tra gli uomini”. “A questo scopo – continua - vanno consolidati il rispetto dei diritti fondamentali per tutti e si devono valorizzare le differenze. Solo così possiamo sperare di costruire un futuro migliore basato sul rispetto di tutte le culture”. “Possono sembrare frasi retoriche – conclude il presidente Gattegna – Ma un evento importante come il viaggio del Papa alimenta la speranza di poter davvero alimentare una svolta capace di risolvere problemi antichi e di consolidare la pace”.
Intanto le prime battute del viaggio papale trovano un importante riscontro nei media
israeliani. Oggi i principali quotidiani riportano infatti con evidenza le affermazioni di
Benedetto XVI riguardo il legame "indissolubile" fra cristianesimo ed ebraismo, ribadito
in Giordania da papa. In particolare, Maariv e Haaretz trovano significativo che la prima
tappa del Pontefice sia stata il Monte Nebo dove, secondo la tradizione ebraica, Mosé
ascese al cielo mentre conduceva il popolo ebraico dal Sinai verso la Terra Promessa. La frase del Papa è la notizia del giorno sull’edizione on line del Jerusalem post mentre
Haaretz, sottolinea come il pontefice abbia espresso con forza "il desiderio di superare
tutti gli ostacoli" che ancora si frappongono al dialogo e alla riconciliazione fra
cristiani ed ebrei.
Yediot Ahronot si sofferma sul significato della visita del Pontefice a Yad Vashem, “un
evento - scrive - di cui non è possibile esagerare l’importanza”. Il rabbino capo di Tel
Aviv Meir Israel Lau (che è anche presidente di Yad Vashem) dice di attendersi che nell’occasione il Papa "rafforzi il ponte (verso l'ebraismo) costruito dal suo predecessore". La biografia di Benedetto XVI contribuisce, secondo il giornale, a gettare "un’ombra cupa" sulla visita. Non a caso alcuni sopravvissuti alla Shoah, sottolinea Yediot Ahronot, hanno respinto l’invito ad accogliere il Papa.
La visita del Pontefice in Israele (nella foto in un momento della visita ad Amman) troverà senz’altro ampia risonanza anche nei prossimi giorni. Il pellegrinaggio sarà infatti seguito da oltre 800 giornalisti, italiani e stranieri. A Gerusalemme è stato allestito un grande centro stampa. La televisione israeliana di stato trasmetterà in diretta tutti gli eventi pubblici della visita. 

Daniela Gross
 
 
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  Borsa Tel AvivLegge di mercato – Segni di risveglio
alla Borsa di Tel Aviv


Le buone notizie si sono fatte attendere, ma finalmente sono arrivate: sono infatti usciti i dati inerenti all’andamento delle borse nel mese di aprile e per la prima volta da un
po’ di tempo a questa parte si sono visti larghi sorrisi tra gli operatori del mercato di Tel Aviv.
L’indice TA-25 (cioè l’indice che riguarda le 25 società con maggiore capitalizzazione), è cresciuto giovedì del 2,2%, toccando quota 812. Se si considera che quota 800 non veniva superata da ottobre scorso, non può che essere considerato un ottimo inizio di ripresa. E se a questo si aggiunge il dato complessivo da inizio dell’anno, che vede un rialzo complessivo di tutti gli indici azionari del 24%, non può che essere un dato fortemente soddisfacente e di fiducia per gli investitori.
Più in generale, per il Tase (Tel Aviv Stock Exchange), aprile si è appunto rivelato quale
miglior mese degli ultimi due anni, con i maggiori indici che sono cresciuti tutti con
cifre intorno al 10%, ovviamente sulla scia delle aspettative di ripresa dell’America.
Nei vari comparti si segnalano i titoli bancari, con un recupero ad aprile del 24%, (solo
giovedì 30 aprile del 3%) dettato dai recuperi di Bank Leumi (+4,2%) e Bank Hapoalim
(+3,4%) che ha avuto un upgrade dagli analisti di Deutsche Bank. Ottime prestazioni si
segnalano anche nel settore chimico (+2,8%) e nel Real Estate (+20%). L’effetto positivo si è registrato anche nei cambi dove lo Shekel ha recuperato contro il
Dollaro portandosi a 4,163 e contro l’Euro a 5,52.
Il peggio è passato? Domanda inevitabile ancora giustamente senza risposta, ma che pian piano, visti i numeri, anche l’economia israeliana si stia lentamente riprendendo, questo è sicuramente un dato di fatto. Insomma, come si suol dire: se son rose… (ma per ora forse conviene dirlo ancora
sottovoce!).

Benjamin Oskar 
 
 
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Come prevedibile, a dominare i giornali è oggi il viaggio del Papa in Medioriente che,
almeno in queste prime battute, sembra prospettare una svolta nelle relazioni con il mondo ebraico. Nella sua visita in Giordania Benedetto XVI ha infatti colto l’occasione per ribadire, come sottolinea Andrea Riccardi sull’Avvenire “l’inseparabile vincolo che unisce la Chiesa al popolo ebraico” proclamando “il vincolo con cui il popolo del Nuovo Testamento è spiritualmente legato con la stirpe di Abramo”. “Ora egli compie un passo religioso e affettivo: viene a dire a Gerusalemme ‘il desiderio di superare ogni ostacolo che si frappone alla riconciliazione fra cristiani ed ebrei, nel rispetto reciproco e nella cooperazione al servizio di quella pace alla quale la Parola di Dio ci chiama!’”.

Una tappa cruciale nel percorso papale è quella in programma domani pomeriggio, quando il Papa di recherà in visita a Yad Vashem. “Benedetto XVI non va semplicemente a visitare un monumento o un museo – sottolinea, sempre sull’Avvenire Giorgio Bernardelli - si reca in un luogo che rappresenta un riferimento fondamentale per l'identità ebraica oggi. Non a caso c'è chi ha parlato dallo Yad Vashem come della ‘sinagoga laica’ di Gerusalemme, quella frequentata anche da chi non è un ebreo osservante”. “Tutti in Israele – continua - saranno davanti alla televisione per vedere ‘il Papa tedesco’ allo Yad Vashem: è inevitabile la sottolineatura di quest’aspetto in un Paese in cui, per lungo tempo, i reduci dai campi 250 mila ancora oggi in Israele hanno boicottato persino i prodotti made in Germany”.
Sul Corriere della sera il cardinale Carlo Maria Martini legge il viaggio del Papa nell’ottica del flusso secolare del pellegrinaggio cristiano. Per ripercorrere il risvolto politico diplomatico dal punto di vista israeliano da leggere, sul Giornale l’intervista di Rolla Scolari ad Avi Pazner, ambasciatore d’Israele in Italia dal ’91 al ’95, uno fra i protagonisti dei negoziati con la Santa Sede.

Un altro Papa, Pio XII, è al centro di un approfondimento a firma di Marco Politi su
Repubblica dedicato alle carte segrete del Reich accolte negli archivi londinesi e studiate in questi anni da Mario José Cereghino. Ancora su Repubblica un’intervista di Simonetta Fiori allo storico Giovanni Miccoli sul ruolo di Pio XII negli anni del nazismo e la sua consapevolezza dello sterminio ebraico. “La Santa Sede – dice
Miccoli - era pienamente informata. Vent'anni fa gli storici cattolici riconoscevano una
realtà che ora si cerca di nascondere”.
Ben più lieve, la cronaca romana del Corriere della sera
racconta la storia di Eva, israeliana, sedicente ebrea messianica, che in questi giorni vive a Roma, in un albero, nei pressi del Ponte Milvio. Infine, sul Sole 24 , il consueto intervento domenicale di Giulio Busi dedicato oggi al romanzo “Anima ebrea, lingua araba” (Il Maestrale, Nuoro, pagg 160, 16 euro) di Hubert Haddad, autore ebreo tunisino.

 
 
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Israele, da domani è “Operazione tunica bianca”
Tel Aviv, 10 mag
Stato di massima allerta domani per la polizia israeliana. All’arrivo a Tel Aviv di
Benedetto XVI scatterà l’Operazione tunica bianca cui parteciperanno almeno 5 mila agenti. “Non abbiamo informazioni concrete riguardo tentativi di colpire il Pontefice o di disturbarne la visita - ha detto alla radio militare un responsabile della polizia – Ma siamo pronti ad affrontare ogni scenario, ogni eventualità”.
Le misure, elaborate sia sulla base della visita in Israele di Giovanni Paolo II, nel
2000, sia su recenti viaggi compiuti da Benedetto XVI all'estero, garantiranno comunque al Pontefice la possibilità del contatto con i fedeli. Se qualcuno, per ragioni politiche, cercherà di fargli indossare una keffya palestinese, i servizi di sicurezza israeliani sapranno però impedirlo, ha assicurato alla radio l’ufficiale di polizia. Non mancano intanto le voci ostili alla visita papale. Ieri sono stati arrestati due attivisti islamici che a Gerusalemme distribuivano volantini contrari alla venuta del Pontefice, simili a quelli già in circolazione a Nazareth.

Viaggio papale, ampia eco sui media palestinesi

Tel Aviv, 10 mag
Gli appelli alla tolleranza religiosa lanciati ieri da Benedetto XVI nella sua tappa in
Giordania trovano ampia eco sui principali giornali palestinesi (al-Quds, Al-Ayam e al-Hayt al-Jadida). L'immagine del Pontefice nella visita, ad Amman, alla moschea intitolata al re Hussein figura sulla prima pagina di al-Quds, il quotidiano più diffuso nei Territori.
Il giornale riporta inoltre, con grande evidenza, la posizione polemica assunta
dall'Autorità nazionale palestinese nei confronti di Israele che - secondo Ramallah - "cerca di sfruttare" la visita del Papa a Gerusalemme per ottenere una
implicita convalida della unificazione sotto controllo ebraico. 
Il Capo dell'ufficio del presidente Abu Mazen, Rafiq al-Husseini, disapprova in
particolare la presenza di bandiere israeliane in zone di Gerusalemme est che saranno visitate dal Pontefice e invita i giornalisti stranieri ad ignorare il centro stampa allestito dal Municipio preferendovi il centro stampa dell'Anp sito a Gerusalemme est.   
Il Fronte popolare per la liberazione della Palestina (d’ispirazione marxista) riporta
invece un messaggio di saluto al Papa in cui si auspica che nel corso del viaggio il Pontefice possa rendersi conto in prima persona delle sofferenze del popolo palestinese sotto l’occupazione israeliana. 

 
 
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