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13 febbraio 2012 - 20 Shevat 5772
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alef/tav
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rav Jonathan saks
Adolfo
Locci
rabbino capo
di Padova


"Quando essi hanno qualche questione, mi viene sottoposta in giudizio...e io faccio conoscere i decreti del Signore e i Suoi insegnamenti" (Shemot 18:16); "Disse il suocero a Moshè: non è bene quello che tu fai" (Shemot 18:17); "Avvertili (prima) riguardo gli statuti e gli insegnamenti e (così) farai sapere a loro la via sulla quale procederanno e l'azione che compiranno" (Shemot 18:20). Nel trattato di Bavà Metzià (30b) così viene spiegato il consiglio di Ytrò: secondo quanto insegna Rav Yosef, "e farai sapere loro" si riferisce ai mezzi per vivere, "la via" alle opere di misericordia, "procederanno" al visitare i malati, "sulla quale" alla sepoltura, "e l'azione" alla legge, che essi compiranno" all'interno del confine della legge. Rav Yosef interpreta questo verso come la sottolineatura, da parte di Ytrò, dell'importanza delle mitzwoth che regolano il comportamento tra uomo e uomo. La giusta relazione tra persone costituisce la base fondamentale su cui costruire quella verso l'Alto...

Anna
Foa,
 storica

   
Anna Foa

"Voi siete liberi; ma a che gioveravvi la libertà del pensiero, se voi non avrete pensieri?" (Carlo Cattaneo, Prolusione a un corso di filosofia nel liceo ticinese, Lugano, novembre 1852)


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davar
Coppa d'Africa - Zambia, un'impresa targata Israele
Da onesti pedatori a eroi di un intero continente. Il mondo del pallone celebra in queste ore i “Chipolopolo”, gli atleti dello Zambia neo campione d'Africa. L'impresa, perché di questo si tratta, è avvenuta nella notte a Libreville, capitale del Gabon, ai danni della favoritissima Costa d'Avorio dei vari Drogba, Gervinho, Kalou e Yaya Touré. Star della Premier League coccolate, avvezze ai trofei e che forse pensavano di averla facilmente vinta contro rivali dallo scarso appeal. Ma il campo ha detto altro proponendo l'ennesimo remake di Davide contro Golia. Con quest'ultimo, nella figura statuaria di Drogba, che nel secondo tempo ha sprecato l'occasione di chiudere i conti dagli undici metri (sfera alta sopra la traversa) e che è stato poi punito, sempre dal dischetto, nella lotteria dei rigori che ha assegnato la coppa dopo due ore di battaglia sul terreno di gioco. L'errore decisivo è di Gervinho. Mani nei capelli e lacrime per l'attaccante dell'Arsenal, mentre le telecamere immortalano la gioia degli increduli atleti zambiani. Un successo targato Israele: tre uomini in verde giocano infatti nella Ligat ha'Al, l'equivalente della nostra Serie A. Sono il centrocampista William Njovu (Hapoel Ironi Kiryat Shmona), il collega di reparto Justine Zulu (Hapoel Ironi Rishon) e l'attaccante Rodgers Kola (Ashdod). Un tris di gioielli da custodire e valorizzare soprattutto adesso che le sirene di radiomercato inizieranno a suonare con sempre maggiore insistenza.
L'affermazione dei Chipolopolo, termine che sta per “pallottole di rame”, ha un significato speciale. È infatti lo scatto d'orgoglio di un paese che lotta faticosamente per tirarsi fuori dalla bassa classifica dello sviluppo e che attraverso il pallone torna a sperare in un futuro migliore. Singolare coincidenza, proprio in quella Libreville che 19 anni fa si rivelò una Superga africana accogliendo, al largo delle sue coste, il velivolo che trasportava la squadra nazionale verso il Senegal per un match di qualificazione ai Mondiali. Trenta passeggeri, trenta vittime. Il giorno della gioia, in Zambia, è inevitabilmente anche quello del ricordo e della commozione.

Adam Smulevich

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pilpul
In cornice - Brera e il quadro nascosto
daniele liberanomeIn diversi paesi, le vittime dei nazisti o i loro eredi hanno il diritto di ottenere la restituzione delle opere d'arte rubate loro in tempo di guerra, anche se nel frattempo sono state vendute e comprate. Musei e privati negli USA e nel Centro Europa si sono trovati a dover restituire veri capolavori, e ora è toccato anche alla Pinacoteca di Brera a Milano. Il 7 febbraio un giudice della Florida ha infatti ordinato che il dipinto del 1538, “Cristo portacroce trascinato da un manigoldo” di Girolamo Romano, sia consegnato agli eredi di Federico Gentili. Cosa c'entra il giudice della Florida? Nel 2005, la Pinacoteca, aveva spedito il quadro Oltreoceano per una mostra sul Barocco lombardo e lì gli eredi di Federico Gentili ne avevano chiesto la restituzione. Fin dal 2001 avevano provato a far valere i loro diritti direttamente con la Pinacoteca, ma nessuno li aveva considerati; anzi, al Brera pensavano che il pericolo fosse passato tanto da spedire l'opera in giro per il mondo. Si sono comportati con superficialità o erano sicuri della loro immunità? Forse tutt'e due, perché la Pinacoteca conserva nei caveau un altro dipinto, di Bernardino Zenale, che proviene da casa Gentili e nemmeno lontanamente pensa di restituirlo agli eredi. In Pinacoteca si sentono in una botta di ferro, perché dicono di aver comprato circa 30 anni fa sia il Romanino sia lo Zenale da un privato e non potevano immaginare che provenisse da un furto nazista. Sarebbero cioè scusati perché non si sono preoccupati di controllare, come al solito, la provenienza dell'opera? E se sono tanto tranquilli, perché adesso tengono nascosto il Zenale? E come sarebbe finita se il Romanino non fosse mai partito per la Florida? E quanti altri casi del genere potremmo scoprire in Italia?

Daniele Liberanome, critico d'arte

Tea for Two - Elogio della mediocrità
rachel silveraFuga dalla scuola media è il titolo di uno di quei classici film che viene presentato a un festival indipendente, resta poche settimane nelle sale e prende la polvere in un blockbuster dietro le novità del mese. Il film da noleggiare quando si è quattro amiche con un pomeriggio libero e tanta voglia di gelato in barattolo. Il film che, per l'appunto, le mie colleghe di sventura e io abbiamo visto appena finita la scuola media e mentre ci affacciavamo agli interrogativi del liceo. E questo mi ha fatto riflettere sul traumatico passaggio. Le medie sono un concentrato di brufoli, merendine e veleni. Se alle elementari il sollazzo e la sfida più grande è la recita di Purim, i tre anni a seguire sono un vero banco di prova. Salutare il calore delle morot, seconde mamme, per approdare a un professore a cui dare del lei e che tiene le distanze. Come non ricordare poi che tendenzialmente il professore presta attenzione ai piccoli geni in erba o ai classici pseudo gangster che come un ordigno potrebbero esplodere da un momento all'altro? Io non rientravo in una di queste due categorie, ero la mediocre. Gli insegnanti non si ricordavano spesso di me e gli pseudo gangster con cui non mi ero mai confrontata, si burlavano della mia persona. Chissà poi perché, come se la fase di transizione che ci rende un po' tutti Gregor Samsa liberi una quantità di cattiveria esorbitante, dia il lasciapassare per l'umiliazione pubblica. Perfino io, che avevo paura di ritorsioni se usavo il torpiloquio, pensavo in maniera più cattiva. Credevo perfino che avrei invitato un giorno tutti coloro che ridevano di me a "C'è posta per te" e Maria De Filippi avrebbe fatto giustizia al posto mio. Fantasie kitsch, bisogna ammetterlo. Allora davvero occorre sottolineare quanto i cosiddetti normali, i tranquilli, i mediocri vadano presi in considerazione. Quanto abbiano bisogno di qualcuno che creda nelle loro capacità, che li elevi nella rigida e implacabile scala sociale che si costruisce alle scuole medie. Il mio professore di matematica del tempo ha visto qualcosa in me. Non ho ancora capito cosa, dal momento che incespico ancora in maniera imbranata nei calcoli. Mi ha fatto apprezzare la mia mediocrità, il mio non essere la prima o la più carina o quella dal sense of humor sfacciato. Ma la vera novità che ha illuminato le mie giornate è aver realizzato che la scuola media finisce. Che chi ti ha sconsigliato vivamente di fare il liceo classico può anche sbagliarsi. Che la mediocrità è semplicemente un dono che permette di farti crescere e di non sentirti arrivata a tredici anni. E allora non c'è bisogno nemmeno di chiamare la De Filippi per emanciparsi. Basta voltarsi e sorridere a quella tredicenne con l'apparecchio e il buon umore di Schopenhauer.

Rachel Silvera, studentessa

ucei
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notizie flash   rassegna stampa
Viene da Israele il "tulipano solare"   Leggi la rassegna

Un tulipano giallo, dallo stelo lungo 35 metri. È l'innovativo impianto solare termodinamico ibrido, seconda centrale elettrica di questo tipo dopo quella realizzata nel Kibbutz Samar, messo a punto dalla israeliana AORA Solar nei dintorni del comune spagnolo di Almeria. Il sistema in questione, spiega AORA, è progettato per richiedere meno terra e meno acqua, ed è in grado di funzionare mentre la produzione di energia e calore più usabile rispetto ad altri sistemi ad energia solare. Il "tulipano" concede al sistema la possibilità di funzionare non solo sfruttando la radiazione solare, ma anche con quasi tutti i carburanti alternativi dal metano, al biogas fino al biodiesel.

 


Guardiani della fede
Agguati da vigliacchi
Pierluigi Battista, Corriere della Sera,
13 febbraio 2012




















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