…istruzione

Su alcuni giornali si è parlato di “Race to the top” – corsa all’eccellenza – E’ il nuovo programma per potenziare l’istruzione obbligatoria negli Stati Uniti e ottimizzarne il risultato. Ha un budget raddoppiato ma sorprendentemente non prevede investimenti nelle strutture scolastiche o per le metodologie didattiche innovative. Ciò perché questi fattori sono considerati accessori e non sostanziali. Un unico obiettivo: individuare i buoni insegnanti e capire come lo sono diventati per formarne altri. I migliori docenti si identificano, tramite test e valutazioni specifiche soprattutto sui risultati. Si è rilevato che essi presentano alcune caratteristiche comuni: rivedono continuamente le loro strategie, mantengono la loro concentrazione in tutto ciò che fanno per essere certi che contribuisca all’apprendimento, sono contenti di coinvolgere allievi e famiglie nel processo d’insegnamento, si pongono obiettivi alti e poi “lavorano a ritroso” a partire dal risultato che vogliono ottenere. E da noi in Italia? Attualmente i docenti non sono valutati dal Ministero e ci si basa più sul passaparola delle famiglie che su rilevazioni oggettive di cui non ci si fida. Risultato un misto bosco, soggetto al pret a parler. C’è da chiederci quindi quale sia oggi lo stato dell’arte delle nostre scuole ebraiche, e cosa fare in merito. In ogni caso noi almeno sappiamo che dovremmo sempre rispondere con più coraggio perché, come diceva Rabbì Ismael, la scuola non è un luogo in cui le risposte si vendono preconfezionate, ma dove le risposte si cercano.
Sonia Brunetti Luzzati, pedagogista